È considerata attività agromeccanica qualsiasi prestazione fornita da terzi mediante l’utilizzo di mezzi meccanici.
L’art. 5 del D.Lgs. n. 99/2004 ha introdotto la definizione di attività agromeccanica, specificando come l’utilizzo di mezzi meccanici a favore di terzi debba essere indirizzato al raggiungimento di una delle seguenti finalità:
- cura e sviluppo di un ciclo biologico o di una sua fase necessaria;
- sistemazione o manutenzione di fondi agro-forestali;
- manutenzione del verde;
- messa in sicurezza dei prodotti successivamente alla loro raccolta;
- conferimento di prodotti agricoli ai centri di stoccaggio o all’industria di trasformazione, purché tali operazioni vengano eseguite dal medesimo soggetto che ha in precedenza effettuato la raccolta.
L’attività agromeccanica è definita altresì contoterzismo.
Quando si parla di contoterzismo, occorre a sua volta ricordare che esistono, in realtà, tre differenti figure di contoterzista:
- contoterzista puro, ossia il soggetto in possesso delle macchine con cui svolge le lavorazioni conto terzi;
- contoterzista anche agricoltore, ossia il soggetto che svolge in prevalenza attività agromeccanica per conto terzi, pur essendo al tempo stesso agricoltore;
- imprenditore agricolo contoterzista, ossia l’imprenditore agricolo che offre servizi in favore di terzi con l’utilizzo prevalente di attrezzature o risorse dell’azienda, normalmente impiegate nell’attività agricola esercitata. Si tratta, più nello specifico, di attività agricola per connessione, ex art. 2135, terzo comma, c.c., disposizione normativa ritrascritta a seguito dell’intervento dell’art. 1 del D.Lgs. n. 228/2001.
Con riguardo all’utilità del contoterzismo, occorre precisare che tale attività va a beneficio non soltanto degli imprenditori agricoli, che risparmiano onerosi investimenti in macchinari che, nell’arco di pochi anni, potrebbero essere già considerati obsoleti rispetto all’evolversi delle tecniche colturali, ma anche dei contoterzisti stessi, che possono ottimizzare lo sfruttamento delle macchine attraverso il loro utilizzo intensivo.
Il forte impatto che il contoterzismo ha avuto negli ultimi anni in agricoltura è dipeso, altresì, dal fatto che il contoterzista è un soggetto dotato di adeguate competenze tecnologiche in ambito colturale, tanto da assumere spesso la totale gestione dei terreni, con conseguente eliminazione del rischio di impresa per il proprietario degli stessi.
Al tempo stesso, il fenomeno in diffusione del contoterzismo ha permesso di continuare ad esercitare l’attività agricola su superfici di terreno che, altrimenti, a causa di un lento processo di ricambio generazionale, sarebbero cadute in disuso.
L’importanza dell’attività agromeccanica è stata riconosciuta anche dalla Legge n. 208/2015, che ha disposto che le imprese agromeccaniche siano tra i soggetti legittimati ad accedere agli incentivi fiscali sull’ammortamento per investimenti in macchinari e beni immateriali.
Tali incentivi fiscali per l’acquisto di beni strumentali materiali ed immateriali sono stati estesi al settore agricolo dalla Legge di Bilancio 2020, che prevede, a favore degli agricoltori che acquistino trattori e macchine agricole, un credito di imposta del 6% del costo dell’investimento e fino ad un massimo di 2 milioni di euro.
Questi sgravi fiscali sono ulteriormente maggiorati nel caso di investimenti in beni strumentali “Industria 4.0”. Infatti, è previsto un credito di imposta del 40% del costo dell’investimento e fino ad un massimo di 2,5 milioni di euro per chi effettua investimenti in beni aventi le caratteristiche tecnologiche e gli altri requisiti indicati nell’allegato A della Legge di Bilancio 2017. Tale credito si riduce al 20%, per la quota eccedente 2,5 milioni di euro e si applica fino ad investimenti entro il limite massimo di spesa di 10 milioni di euro.
Inoltre, per gli investimenti in beni immateriali, connessi a investimenti in beni materiali “Industria 4.0” (allegato B alla Legge n. 232/2016), il credito d’imposta è pari al 15%, nel limite massimo di 700.000 euro di costi ammissibili.
Tali sgravi fiscali dovrebbero consolidare le attività svolte anche nel settore del contoterzismo, consentendo a tali imprese di disporre di mezzi più sicuri e in grado di ridurre sia i costi di gestione che l’utilizzo di agrofarmaci e fertilizzanti, nell’ottica di una gestione delle imprese agricole sempre più ecosostenibile.
Stefania Avoni, avvocato
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