Con la Risoluzione n. 5 del 8 giugno 2020, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha fornito chiarimenti in merito ai numerosi quesiti che sono pervenuti da parte delle amministrazioni comunali, desiderose di rinviare il pagamento della prima rata IMU 2020.
I tempi stretti per deliberare il rinvio del pagamento della prima rata IMU, dovuti anche dai ritardi delle amministrazioni locali, possono prevedere anche procedure non convenzionali.
Il MEF ha infatti chiarito che il rinvio della prima rata dell’IMU rientra tra le facoltà concesse dall’autonomia regolamentare, riconosciute agli enti locali e, poiché la riscossione non rientra tra le attività sottratte a tale autonomia dall’art. 52 del D.Lgs. n. 446/1997, è ammesso anche il differimento dei termini di pagamento, in un’ottica di semplificazione e agevolazione dei contribuenti.
In tal caso, vista la situazione di emergenza, il MEF ha chiarito che il provvedimento con il quale sia definito il rinvio del pagamento dell’IMU potrà essere disposto dalla Giunta comunale, a condizione che lo stesso sia poi successivamente ratificato da parte del Consiglio comunale.
Tale impostazione risulta aderente a quanto già validato dal Consiglio di Stato con le Sentenze 4435 e 4436 del 2018, in tema di aliquote sui tributi locali approvate con delibera dalla Giunta e tardivamente ratificate dal Consiglio comunale.
Attenzione però alla quota statale degli immobili di categoria D
Nella Risoluzione, però, il MEF fa presente che l’ente locale non ha alcun potere di intervento, compreso il rinvio dei termini di pagamento, della quota statale del tributo. Infatti, il comma 753, dell’art. 1, della Legge 160/2019 precisa che “per gli immobili ad uso produttivo classificabili nel gruppo catastale D l’aliquota base è pari allo 0,86 per cento, di cui pari allo 0,76 per cento è riservata allo Stato…”.
Parimenti, il Comune non può aggirare tale limitazione rinviando il pagamento di tali tributi ad una data successiva al 16 giugno e rinunciare all’applicazione di sanzioni e interessi.
Il Comune potrebbe però definire delle agevolazioni volte alla riduzione delle sanzioni in caso di ravvedimento operoso.
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