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Le Commissioni Bilancio e Finanze del Senato hanno approvato due emendamenti al D.L. n. 41/2021, c.d. “Decreto Sostegni”, che prevedono la possibilità per le imprese di cedere a terzi, compresi banche e altri intermediari finanziari, il credito d’imposta maturato sugli investimenti in beni strumentali materiali e immateriali previsti dal Piano Transizione 4.0.
Tra i beni strumentali ricompresi nell’ambito di applicazione dell’agevolazione istituita dalla Legge n. 160/2019, successivamente potenziata dalla Legge n. 178/2020, rientrano sia quelli Industria 4.0 (ossia, ricompresi negli allegati A e B, Legge n. 232/2016), sia quelli “generici” (ossia, non riconducibili al Piano Transizione 4.0).
Tale opportunità non troverà tuttavia applicazione per il credito d’imposta ricerca, sviluppo e innovazione, nonché per il credito d’imposta sulla formazione del personale dipendente.
I cessionari potranno utilizzare il credito in compensazione nel modello F24 oppure cederlo ad altri soggetti.
La possibilità di monetizzare il credito d’imposta maturato sugli investimenti in beni strumentali troverà applicazione dalla data di entrata in vigore della Legge di conversione del “Decreto Ristori” fino al 31/12/2022.
L’effettiva operatività di tale previsione, tuttavia, richiede l’emanazione di un apposito provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, al fine di definire modalità e tempistiche di esercizio dell’opzione per la cessione, totale o parziale, del credito.
La quota di credito trasferita, ma non utilizzata dal ricevente entro l’anno, non sarebbe però fruibile in quelli successivi e non può essere chiesta a rimborso. Ciò renderebbe meno elastica la gestione del credito in capo al ricevente rispetto al beneficiario originario che ha effettuato gli investimenti. Infatti, come indicato dall’Agenzia a Telefisco 2020, l’eccedenza del credito d’imposta non eventualmente utilizzato può essere rinviata al successivo periodo, fino ad esaurimento. L’assenza però di un documento di prassi in cui sia chiaramente espressa la modalità di utilizzo del credito d’imposta per investimenti in nuovi beni strumentali, parrebbe far sorgere interpretazioni difformi e per taluni aspetti distorsive.