Articoli
Tutti gli aggiornamenti, gli approfondimenti e i casi pratici analizzati e realizzati dai nostri esperti in materia agricola, fiscale, economica e del lavoro.
Con l’Ordinanza n. 16984 del 16 giugno 2021, la Corte di Cassazione si è espressa sulla detrazione IRPEF di cui all’art. 15, comma 1-ter, TUIR, nell’ipotesi in cui il mutuo contratto da un contribuente sia utilizzato per la ristrutturazione dell’abitazione principale di un familiare.
Il caso sottoposto al vaglio dei Giudici di legittimità riguarda, in particolare, un contribuente al quale, a seguito di un controllo formale sull’anno d’imposta 2007, l’Agenzia delle Entrate ha contestato la spettanza della detrazione fiscale degli interessi sul mutuo ipotecario, giacché l’immobile oggetto di ristrutturazione non costituiva l’abitazione principale né del contribuente, né di sua madre, che aveva iniziato a risiedere nell’abitazione solo dall’anno successivo.
L’art. 15, comma 1-ter, TUIR, accorda la detrazione IRPEF del 19% di interessi passivi, oneri accessori e quote di rivalutazione dipendenti da clausole di indicizzazione su mutui ipotecari contratti a partire dal 1998, per la costruzione e la ristrutturazione edilizia di unità immobiliare da adibire ad abitazione principale. La detrazione è riconosciuta su un importo massimo complessivo di 2.582,28 euro.
Tale detrazione, tuttavia, è ammessa a condizione che la stipula del contratto di mutuo da parte del soggetto possessore (a titolo di proprietà o di altro diritto reale) dell’abitazione, intervenga nei sei mesi antecedenti, ovvero nei diciotto mesi successivi all’inizio dei lavori di costruzione.
Il D.M. n. 311 del 30 luglio 1999, attuativo delle previsioni recate dal comma 1-ter dell’art. 15, TUIR, disciplina le modalità e le condizioni per la fruizione della detrazione IRPEF del 19%. Il Decreto, in particolare, prevede che la mancata destinazione ad abitazione principale dell’unità immobiliare, entro sei mesi dalla data di conclusione dei lavori di costruzione della stessa, comporti la perdita del diritto alla detrazione (a partire da tale data, inoltre, decorrono i termini per la rettifica della dichiarazione dei redditi da parte dell’Amministrazione Finanziaria).
In relazione a tale disposto normativo, la Corte di Cassazione ha evidenziato che ai sensi dell’art. 10, comma 3-bis, TUIR, per abitazione principale si intende quella nella quale la persona fisica, che la possiede a titolo di proprietà o di altro diritto reale, o i suoi familiari (coniuge, parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo grado) dimorano abitualmente.
Pertanto, siccome la detrazione IRPEF degli interessi passivi di cui all’art. 15, comma 1-ter, TUIR, è condizionata alla destinazione dell’immobile per il quale è stato contratto il mutuo ad abitazione principale del proprietario o di un suo familiare entro sei mesi dalla data di conclusione dei lavori, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dal contribuente.
Infatti, lo stesso aveva già documentato, nel precedente grado di giudizio, che la madre aveva ottenuto la residenza nell’unità immobiliare oggetto degli interventi di ristrutturazione entro i sei mesi successivi al termine dei lavori.