Con il Decreto n. 107 del 18 marzo 2022, Il Ministero della Cultura ha assegnato risorse, per un ammontare pari a 600 milioni di euro, da ripartire tra le diverse Regioni e Province Autonome, finalizzate al recupero ed alla valorizzazione del nostro patrimonio rurale.
L’iniziativa sviluppa un preciso indirizzo del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e ripartisce i 600 milioni di euro secondo i seguenti criteri:
- 590 milioni di euro per il recupero di insediamenti agricoli, fabbricati, manufatti e fabbricati rurali storici, colture agricole di interesse storico ed elementi tipici dell’architettura e del paesaggio rurale;
- 10 milioni di euro dedicati al censimento dei beni del patrimonio rurale ed alla implementazione di sistemi informativi esistenti.
Le risorse sono già state suddivise tra i vari territori Regionali e le quote di maggiore interesse riguardano: la Sicilia 76,5 milioni di euro, la Campania 72,4 milioni di euro, la Puglia 56,2 milioni di euro, la Lombardia 49,2 milioni di euro, il Lazio 48 milioni di euro, il Veneto 43,4 milioni di euro, il Piemonte 39,4 milioni di euro, la Calabria 32,9 milioni di euro, la Toscana 32,4 milioni di euro, l’Emilia-Romagna 28,7 milioni di euro e la Sardegna 24,1 milioni di euro.
Considerato che ciascuna Regione adotterà un proprio bando identificando i termini temporali per l’apertura degli sportelli e che la piattaforma realizzata per la presentazione delle domande sarà unica per tutte le Regioni, si consiglia di consultare il seguente sito internet: portale-paesaggirurali.cdp.it.
Si precisa che entro il 31 maggio 2022 tutte le Regioni e le Province Autonome devono avere emesso i bandi, ricevuto le domande e trasmesso al Ministero della Cultura gli elenchi dei potenziali progetti ammissibili.
Beneficiari
Titolati a partecipare ai bandi, presentando le correlate domande di finanziamento, saranno:
- le persone fisiche;
- i soggetti privati profit e non profit (compresi gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti);
- gli enti del terzo settore e altre associazioni;
- le fondazioni;
- tutte le imprese in forma individuale e societaria.
Tre le condizioni fondamentali richieste troviamo anche che i beneficiari devono essere proprietari, possessori o detentori a qualsiasi titolo degli immobili appartenenti al patrimonio culturale rurale in data antecedente al 31 dicembre 2020, e che dovranno impegnarsi a condurre l’attività finanziata (a decorrere dalla conclusione amministrativa e contabile dell’operazione) per una durata almeno pari a cinque anni.
Obiettivo dei bandi e progetti ammissibili
L’iniziativa ha lo scopo di agevolare la ristrutturazione di edifici al fine di valorizzare il patrimonio rurale del nostro territorio, incrementando l’afflusso di turisti nelle aree periferiche del Paese fornendo, al contempo, una migliore tutela al paesaggio circostante.
Così facendo, è possibile creare dei volani di sviluppo economico in grado di generare nuovi posti di lavoro e di ridurre le disparità regionali determinate da fattori endemici non giustificabili.
I progetti proposti dovranno essere in grado di garantire un tangibile miglioramento delle condizioni di conservazione del nostro patrimonio rurale, valorizzando l’aspetto degli immobili storici rurali e/o ripristinando gli spazi aperti pertinenziali agli stessi insediamenti o appartenenti ad aree produttive “agro-silvo-pastorali” che tanto caratterizzano i nostri paesaggi tradizionali.
Ogni intervento dovrà essere pianificato nel rispetto delle disposizioni vigenti all’interno del territorio in cui si intende operare, seguendo le indicazioni e gli indirizzi contenuti negli strumenti di pianificazione strategica di programmazione Regionale e locale.
Ogni bando, al proprio interno, conterrà indicazioni sulle caratteristiche specifiche degli investimenti che si vogliono privilegiare in relazione ai vari contesti territoriali e paesaggistici e saranno considerate prioritarie le soluzioni eco-compatibili e quelle che faranno ricorso a fonti energetiche alternative.
Gli interventi dovranno essere realizzati all’interno di un predefinito lasso temporale e ciò deve avvenire secondo le seguenti tempistiche:
- il progetto deve prendere avvio entro il 30 giugno 2023 e deve concludersi entro il 31 dicembre 2025, con attestato che ne certifichi la regolare esecuzione ovvero il collaudo.
Intervento finanziario
Come già evidenziato, il Fondo messo a disposizione per agevolare le iniziative di cui sopra viene ripartito tra le Regioni e le Province Autonome secondo le quote illustrate in precedenza, ed i contributi riservati sui singoli progetti non potranno superare la soglia massima di 150.000 euro.
L’agevolazione, pur sempre entro i limiti massimi consentiti, si sostanzia in una sorta di cofinanziamento che coprirà le spese sostenute per il progetto nella misura ordinaria dell’80%, ovvero del 100% se il bene ripristinato è qualificato di interesse culturale.
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