La Camera ha recentemente approvato in via definitiva il Disegno di Legge per la Delega al Governo della revisione del sistema degli incentivi alle imprese, nonché disposizioni di semplificazione delle relative procedure.
Tale Disegno di Legge è collegato al Documento di Economia e Finanza (DEF) e trova fondamento anche nelle finalità del PNRR. Quest’ultimo prevede, infatti, tra le riforme necessarie la “semplificazione delle norme in materia di investimenti e interventi nel Mezzogiorno”. In tale ottica il Disegno di Legge approvato dalla Camera ha l’obiettivo di attuare una riforma complessiva del sistema degli incentivi alle imprese.
Durante l’iter di approvazione è stata ampliata la portata della Legge Delega, prevedendo che la revisione delle misure agevolative dovrà comprendere anche gli incentivi alle imprese aventi natura fiscale.
L’esigenza di razionalizzazione, coordinamento e programmazione
L’esigenza di metter mano ad una riforma degli incentivi nasce dal fatto che, attualmente, gli incentivi alle imprese sono concessi da più soggetti (Stato, Regioni, Amministrazioni locali ecc.), i quali possono anche sovrapporsi concedendo incentivi ai medesimi destinatari finali. Un utilizzo razionale delle risorse dovrebbe quindi consentire di avere un quadro generale degli interventi a sostegno delle imprese operanti nei diversi territori. Oggi questo è alquanto complesso. Si pensi che nel 2021, in base alle informazioni riportate nella Relazione accompagnatoria, vi sono stati 1.982 interventi a sostegno delle imprese, di cui 1.638 gestiti dalle amministrazioni regionali, 198 gestiti dalle amministrazioni centrali dello Stato, 81 gestiti dall'Agenzia delle Entrate e 65 interventi a garanzia (gestiti dal Fondo di garanzia per le PMI, da SACE S.p.A. e da amministrazioni locali). Nel complesso, gli interventi sono gestiti da 643 soggetti concedenti.
Altro dato da tenere in considerazione è che dei 25.142,97 milioni di euro concessi nel 2021, solo il 23% risulta erogato.
I principi della Legge Delega
La delega fissa i principi cardini che la riforma dovrà perseguire. Tali principi sono enunciati all’articolo 2 del Provvedimento:
- Principio della pluriennalità e della certezza dell’orizzonte temporale delle misure di incentivazione;
- Principio della misurabilità degli impatti economici degli incentivi, sulla base della valutazione in itinere ed ex post in termini di obiettivi socio-economici raggiunti, anche al fine di perseguire una migliore allocazione delle risorse;
- Principio della programmazione degli interventi di incentivazione da parte delle amministrazioni competenti;
- Principio del coordinamento oggettivo e soggettivo delle misure di incentivazione in modo da raggiungere, a parità di risorse, il massimo effetto derivante dall’applicazione delle stesse e da evitare duplicazioni e sovrapposizioni tra soggetti che gestiscono politiche pubbliche di incentivazione;
- Principio della agevole conoscibilità delle misure di incentivazione fruibili da parte degli imprenditori, in relazione agli obiettivi e alla condizione dei medesimi;
- Principio della digitalizzazione e della semplicità delle procedure;
- Principio della più ampia coesione sociale, economica e territoriale per uno sviluppo economico armonico ed equilibrato del Paese e, in particolare del Mezzogiorno;
- Principio della valorizzazione del contributo dell’imprenditoria femminile alla crescita economica e sociale del Paese.
La Delega al Governo
Il Governo è delegato ad adottare, entro 24 mesi dall’entrata in vigore della Legge Delega per la riforma degli incentivi, uno o più decreti legislativi per la definizione di un quadro organico dei sostegni alle imprese. A tal fine, la riforma dovrà essere impostata prevedendo:
- la razionalizzazione dell’offerta di incentivi dei diversi settori economici, ad esclusione di quello agricolo-forestale, della pesca e dell’acquacoltura in quanto soggetti ad una specifica disciplina in ambito comunitario;
- l’armonizzazione della disciplina di carattere generale in materia di incentivi definendo un “codice degli incentivi”.
Il Governo dovrà anche provvedere ad una ricognizione degli incentivi esistenti, catalogandoli in funzione degli ambiti e delle finalità.
Nel panorama delle politiche di incentivazione economica, le strategie di sostegno governativo si articolano in una complessa rete di criteri e finalità, modellate in base a differenti contesti e necessità in funzione dei seguenti fattori chiave che dovranno essere valutati dal riformatore:
- Ciclo di vita delle imprese. Il supporto alle imprese è plasmato in base alle fasi del loro ciclo di vita. Questo approccio consente di adattare gli incentivi alle esigenze specifiche, dalle start-up alle aziende consolidate;
- Complessità e dimensione dei progetti. La complessità e la dimensione dei progetti incentivati sono attentamente ponderate. Progetti più ambiziosi e tecnici possono richiedere valutazioni istruttorie dettagliate;
- Coesione sociale, economica e territoriale. L'obiettivo di coesione sociale ed economica è prioritario, con un’enfasi particolare sullo sviluppo armonico del Paese. Questo include politiche per rafforzare la base produttiva del Mezzogiorno e delle aree interne;
- Ambiti strategici di sviluppo economico. Il sostegno si estende a settori chiave come l’efficientamento energetico, la transizione ecologica, la digitalizzazione, l’innovazione tecnologica e la promozione del Made in Italy. Inoltre, c'è una particolare attenzione all’attrazione di investimenti esteri e all’empowerment dell'imprenditoria giovanile e femminile per promuovere la parità di genere;
- Forme delle misure di incentivazione. Diverse forme di misure di incentivazione sono implementate per garantire un’ampia copertura, da sussidi diretti a crediti d’imposta e agevolazioni fiscali.
Concentrazione dell'offerta di incentivi. La concentrazione delle offerte mira a prevenire sovrapposizioni e frammentazioni nell'assistenza pubblica.
Codice degli incentivi
Tra gli obiettivi della riforma vi è la costituzione di un codice degli incentivi che dovrà standardizzare le procedure, le informazioni e le modalità di presentazione, rendicontazione e pubblicizzazione degli incentivi concessi alle imprese.
In particolare, il codice dovrà definire:
- i contenuti minimi dei bandi, delle direttive o dei provvedimenti comunque denominati per l’attivazione delle misure di incentivazione alle imprese;
- la revisione e aggiornamento dei procedimenti amministrativi concernenti la concessione e l’erogazione di incentivi mediante:
- riduzione e semplificazione degli oneri amministrativi a carico delle imprese beneficiarie;
- contenimento, da parte dei soggetti competenti, dei tempi delle attività istruttorie;
- aggiornamento dei criteri per la stipula delle convenzioni con soggetti esterni;
- armonizzazione e semplificazione delle procedure in materia di controlli nei confronti delle imprese beneficiarie;
- definizione dei poteri di autotutela del soggetto competente adeguati al nuovo contesto normativo di riferimento;
- valorizzazione dell’uso, da parte dei soggetti competenti per l’attuazione degli interventi di incentivazione, di strumenti digitali sia nei rapporti con le imprese beneficiarie che nei rapporti con le Pubbliche Amministrazioni, anche attraverso la messa a punto di piattaforme comuni;
- rafforzamento delle attività di valutazione ex ante, in itinere ed ex post sull’efficacia degli interventi di incentivazione;
- implementazione di soluzioni tecnologiche, anche basate sull’intelligenza artificiale, dirette a facilitare la piena conoscenza dell’offerta di incentivi, nonché a fornire supporto alla pianificazione degli interventi, alle attività di valutazione degli effetti economici e sociali e al controllo e al monitoraggio sullo stato di attuazione delle misure e sugli aiuti concessi;
- conformità con la normativa europea in materia di Aiuti di Stato;
- attribuzione di natura privilegiata ai crediti derivanti dalla revoca dei finanziamenti e degli incentivi pubblici;
- previsione di premialità, nell’ambito delle valutazioni di ammissione agli interventi di incentivazione, per le imprese che assumano persone con disabilità o che incentivino o valorizzino il lavoro femminile nonché il sostegno alla natalità.
Redazione
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