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Torna il caos sull’Imu dei terreni montani. Con decreto 6651/2014, il Presidente del Tar del Lazio sospende il Decreto contenente le nuove regole per la determinazione del saldo Imu sui terreni agricoli situati in zona di montagna e collinari. L’udienza che confermerà o meno lo stop è fissata per il prossimo 21 Gennaio, solamente 5 giorni prima della scadenza del pagamento.
È alquanto probabile che anche in tal sede i giudici confermeranno la sospensione, derivante da un ricorso presentato da quattro associazioni Regionali di Comuni (Anci Abruzzo, Liguria, Umbria e Veneto). Questo, perlomeno, è quanto si riesce a dedurre dal decreto firmato da Presidente del Tar.
Il Decreto interministeriale emanato dal Ministero dell’Economi,a dalle Finanze e dalle Politiche agricole, che ha tracciato i nuovi confini dell’Imu sui terreni montani basandosi sulla’altezza del Comune, “determina eccezionale e grave pregiudizio per l’assoluta incertezza dei criteri applicativi”, ed inoltre è stato emanato troppo tardi per rispettare le regole di finanza pubblica senza generare gravi effetti sui bilanci dei Comuni stessi.
Le obiezioni del Tar si basano sui criteri sostanziali contenuti nel provvedimento, molto discusso sin dal momento della sua emanazione, anche da parte del Governo stesso, che aveva comunicato una possibile revisione dei parametri. In primo luogo viene contestato il meccanismo sul quale si basa il Decreto che disciplina l’applicazione dell’Imu sulla base dell’altitudine registrata al centro del Comune: l’esenzione totale è prevista solamente per i Comuni di altezza superiore ai 600 metri, limitata a CD e Iap nel caso di terreni situati in Comuni di altezza fra i 281 e 600 metri. Sotto i 281 metri, tutti i terreni sono soggetti ad Imu. Sulla base di queste regole, un terreno situato ad un’altezza superiore ai 600 metri potrebbe essere assoggettato ad Imu in quanto il Comune di appartenenza ha un’altitudine al centro inferiore ai 281 metri.
In secondo luogo, i giudici del Tar ritengono che il calendario sollevi non poche problematiche, cominciando dalla “palese violazione delle norme poste a tutela del contribuente in materia di irretroattività e di spazio temporale minimo per l’attivazione di adempimenti relativi a provvedimenti impositivi”.
Il provvedimento che doveva far entrare nelle casse dei Comuni circa 350 milioni di Euro, è pervenuto solamente il 28 novembre (pubblicato in Gazzetta il 6 dicembre), quando gli impegni finanziari da parte dei comuni erano stati assunti con la conseguente generazione di gravi effetti sul pareggio di bilancio, i quali poi possono generare conseguenze sull’erogazione di servizi alla comunità.
Ora, in attesa dell’udienza fissata per il 21 gennaio, si attende l’inevitabile revisione del Decreto da parte del Governo, il quale dovrà entrare in merito alla questione, effettuando variazioni sul metodo di assoggettamento ad Imu dei terreni agricoli ex montani.