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E’ atteso per oggi alle 13 il consiglio dei Ministri che dovrà esprimersi sulle nuove regole per il pagamento dell’Imu sui terreni montani. Ma la decisione più importante sarà presa domani dal Tar del Lazio, il quale dovrà esprimersi in merito al decreto del 28 novembre che, a detta del suo presidente nella sospensiva del 23 dicembre, risulta “irragionevole”.
In materia, infatti, il Governo ha preparato un nuovo decreto che cambia le regole solo a partire dal 2015 e che fonda la distinzione fra terreni esenti e soggetti ad imposta sulla base della “classificazione sintetica” dell’Istat che divide i Comuni in “montani” ove i terreni risultano tutti esenti, “parzialmente montani” ove i terreni esenti saranno solamente quelli di proprietà di CD o IAP, e “non montani” per i quali non è prevista alcuna esenzione.
Si evidenzia che la scadenza del prossimo 26 gennaio riguarda il 2014, mentre i decreto al vaglio del Governo dovrebbe essere applicabile solo dal 2015. A questo punto il caos sembra totale, poiché i 350 milioni che lo Stato intende recuperare dall’Imu per il 2014 sui terreni montani, sono già stati sottratti alle casse dei Comuni e destinati per concedere il Bonus Irpef degli 80 Euro e non sembra sia possibile trovare un metodo alternativo per recuperare fondi per le coperture.
Alla scadenza del prossimo Lunedì, quindi, i proprietari dei terreni potrebbero essere chiamati alle casse con l’utilizzo dei vecchi criteri dettati dal decreto del 28 novembre che si basano sull’altitudine al centro del Comune. Si ricorda che stando a queste regole l’esenzione spetterebbe esclusivamente per i terreni situati in Comuni la cui altitudine supera i 601 metri, mentre un’esenzione parziale è prevista per i CD o Iap proprietari di terreni che si trovano in Comuni la cui altezza è ricompresa tra i 281 e i 600 metri.
Su tale previsione, però, pende il parere del Tar del Lazio che si esprimerà domani in merito. Nel decreto con il quale il Presidente ha sospeso la scadenza e i tagli ai Comuni, veniva evidenziato il grave ed eccezionale pregiudizio determinato dall’assoluta incertezza dei criteri applicativi, poiché a decidere la sorte fiscale non è la posizione del terreno ma quella del centro del Comune. Inoltre, la sospensione è dovuta anche a problemi riguardanti il calendario delle scadenze in quanto il taglio intervenuto sui Comuni è stato effettuato quando ormai gli impegni finanziari erano già stati assunti con effetti gravi riguardo al pareggio di bilancio.
Vista la netta presa di posizione del TAR già in occasione della sospensiva, si ritiene che la decisione di domani non possa discostarsi dalla precedente.
Nel caso in cui i giudici Amministrativi decidessero di non confermare la sospensione, essi poi potrebbero bocciare il meccanismo dell’imposta, in un’udienza che si terrebbe solamente fra molte settimane. In questo caso i contribuenti sarebbero chiamati a pagare entro il 26 e sperare in un successivo rimborso a seguito della definizione della controversia amministrativa.