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Ultima settimana a disposizione per banche ed operatori finanziari che dovranno, entro il 31 marzo, comunicare al fisco un’ampia quantità di dati su ogni contribuente al fine della costituzione dell’Anagrafe tributaria e dei conti correnti.
L’Amministrazione finanziaria dovrà presto gestire un’enorme mole di dati che le arriveranno da parte degli operatori: una stima approssimativa, quantifica che, entro il termine del 31 marzo, saranno oltre 500 milioni le informazioni che arriveranno all’Agenzia.
Particolarmente approfondita sarà la richiesta di dati sui conti correnti. Saranno richiesti a banche e alle Poste Italiane i dettagli sul saldo contabile a fine 2014, il saldo a fine 2015, il totale degli accrediti effettuati nell'anno sul conto, il totale degli addebiti e la giacenza media annua.
Non solo queste saranno le informazioni richieste dall’Agenzia: dati relativi all’uso di carte di credito, debito e prepagate; importo della polizza e riscatti effettuati in un anno nell’ambito dei prodotti finanziari delle assicurazioni; il tutto fino al numero di accessi alle cassette di sicurezza.
Questa ondata informativa, quindi, presto sommergerà gli uffici che avranno il tanto difficile quando fondamentale compito di organizzare i dati ottenuti ed incrociarli allo scopo di stanare gli evasori. L’assunto da cui muove questa “caccia informativa” è che il nero prima o poi debba transitare per qualche percorso tracciato.
Tali informazioni, inoltre, non saranno utilizzate soltanto ai fini della lotta anti-evasione: si pensi, ad esempio, all’importante uso che potrebbe esserne fatto ai fini di scovare chi mente sull’Isee per ottenere varie agevolazioni. Basterà controllare la giacenza media bancaria per evitare elusive distrazioni di fondi dai conti correnti.
Mentre si riduce in maniera significativa il numero delle verifiche bancarie (11.644 nel 2014, -21% rispetto al 2013), aumenta il numero di strumenti in mano all’Amministrazione finanziaria per vigilare sui più vari comportamenti abusivi.
Dall’analisi del numero di conti correnti intestati a uno stesso contribuente alla localizzazione geografica degli stessi e i movimenti da e verso l’estero. Dalle informazioni raccolte presso terzi (ad esempio circoli e scuole private) fino al controllo economico sul territorio con cui la Guardia di Finanza è tenuta a segnalare i proprietari di auto di grossa cilindrata e natanti in quanto indici di capacità contributiva. Queste sono solo alcune delle armi in mano all’Agenzia nella lotta all’evasione.
Sfruttando questa importante mole informativa, sarà sempre più facile per l’Amministrazione finanziaria scoprire i furbetti, in quanto grazie al sempre maggior numero di fonti informative, sarà sempre più facile ottenere un quadro completo della posizione fiscale ed economica del contribuente.
Certo, non mancano anche i profili critici di tale espansione di strumenti di controllo: si pensi alla sfera della privacy e della riservatezza del soggetto, oggi sempre più violata grazie ai potenti mezzi d’indagine da parte dell’Agenzia e non solo.