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È stato approvato in prima lettura al Senato il disegno di legge 2217 che contiene importanti misure nella lotta contro il caporalato e lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura.
Per combattere quella che, soprattutto in alcune zone del Sud Italia (ma non solo), è una vera e propria piaga sociale, il nuovo disegno di legge mette in campo sanzioni esemplari sia per i caporali, ossia coloro che procacciano la manodopera, che per le imprese che la sfruttano.
Il DDL va a modificare integralmente il testo dell’art. 603-bis del codice penale, stabilendo che sarà punito con la reclusione da 1 a 6 anni e con la multa da 500 a 1000 euro per ciascun lavoratore reclutato, chiunque recluta manodopera allo scopo di destinarla al lavoro presso terzi in condizioni di sfruttamento. La stessa pena è prevista per chi utilizza, assume o impiega manodopera anche mediante l’attività di intermediazione, sottoponendo i lavoratori a condizioni di sfruttamento.
Nel caso in cui le condotte sopra descritte vengano poste in essere utilizzando violenza o minaccia, la pena sale a 5-8 anni di carcere e multa da 1000 a 2000 euro per lavoratore.
Il testo del futuro art. 603-bis rivede poi anche gli elementi indicatori dello stato di sfruttamento. Tra questi vengono qualificati come tali:
Sono previste anche una serie di circostanze aggravanti, per cui la pena è aumentata da un terzo alla metà quando:
Per l’azienda scoperta ad avvalersi dell’intermediazione illecita e della manodopera, sono previste una serie di misure che vanno dal sequestro al controllo giudiziario.
Quando l’interruzione dell’attività imprenditoriale possa produrre effetti negativi sui livelli occupazionali o sul valore economico dell’impresa, il giudice potrà disporre il controllo giudiziario della stessa nominando uno o più amministratori.
Costoro dovranno rendicontare dell’attività al giudice ogni 3 mesi. Inoltre, gli amministratori giudiziari dovranno regolarizzare i lavoratori privi di regolare contratto, adottando misure anche difformi da quelle proposte dall’imprenditore.
Per combattere il caporalato saranno utilizzabili anche alcune delle misure previste per la lotta contro la mafia, come la confisca dei beni, l’arresto in flagranza, l’estensione della responsabilità degli enti.
Inoltre, il DDL apre alla possibilità di estendere le finalità del fondo antitratta anche alle vittime del delitto di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
Ora non resta che attendere la votazione del disegno di legge anche alla Camera prima della sua entrata in vigore: la discussione e l’approvazione del provvedimento dovrebbe avvenire alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva.