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Il Decreto Fiscale, collegato alla prossima Legge di Stabilità, ha introdotto una radicale trasformazione degli adempimenti relativi alle comunicazioni IVA e al cosiddetto spesometro che, a partire dal 2017, avrà cadenza trimestrale e non più annuale.
Al fine di combattere l’evasione fiscale e favorire un maggior controllo da parte dell’Agenzia, anche in una fase precedente alla dichiarazione IVA, il D.L. 193/2016 ha modificato la disciplina della comunicazione dei dati delle fatture emesse e ricevute.
L’art. 4 del predetto D.L. ha modificato la cadenza di tale adempimento, in forza del quale dovranno essere inviati all’Agenzia con cadenza trimestrale:
Tali comunicazioni dovranno essere trasmesse telematicamente da ciascun soggetto passivo IVA entro l’ultimo giorno del secondo mese successivo ad ogni trimestre: ad esempio, per il 1° trimestre 2017, che termina il 31 marzo, l’obbligo comunicativo dovrà essere adempiuto entro il 31 maggio.
I dati contenuti in tali comunicazioni saranno poi elaborati ed incrociati dall’Agenzia entro il mese successivo e messi a disposizione dei contribuenti. Pertanto, i dati relativi al 1° trimestre saranno elaborati nel mese di giugno e messi a disposizione a partire dal 1° luglio 2017.
Eventuali irregolarità saranno sanzionate in maniera severa: l'omessa, incompleta o infedele comunicazione sarà punita con una sanzione da 5.000 a 50.000 €; la mancata trasmissione dei dati relativa ad una singola fattura sarà, invece, soggetta ad ammenda di 25 € per ogni fattura, senza applicazione del cumulo giuridico, fino ad un massimo di 25.000 €.
Saranno previsti anche due crediti d’imposta: uno, di 100 €, sarà attribuito per ciascun contribuente con un volume d’affari inferiore ai 50.000 euro. A questo, se ne potrà aggiungere un altro di 50 € nel caso in cui questi opti per la trasmissione telematica dei corrispettivi.
Nelle stime dello Stato, l’entrata a regime di questa disposizione dovrebbe permettere un incremento di gettito pari a circa 2,8 miliardi di euro, causato da uno spontaneo incremento degli imponibili IVA e imposte dirette, nonché da una diminuzione degli omessi versamenti.
Oggetto di grande discussione è il possibile aumentare delle incombenze sui professionisti chiamati a dover gestire il “nuovo spesometro”: secondo il direttore dell’Agenzia, si tratta di “un’operazione assolutamente sopportabile” in quanto avente ad oggetto “dati che tutte le aziende elaborano già nei loro sistemi gestionali”.
Dal nostro punto di vista, in funzione dell’importante scopo di arginare il fenomeno dell’evasione, la più stringente richiesta di dati pare assolutamente congruente.
Per poterla fronteggiare, tuttavia, è necessario che studi e professionisti mettano mano alla loro organizzazione aziendale per fare fronte al costante aumento delle incombenze richieste dallo Stato.
L’unica strada percorribile per fronteggiare tale situazione pare quella della meccanizzazione e dell’informatizzazione delle procedure, tante volte vista come un nemico dagli operatori, ma assolutamente necessaria non solo per la contingenza, ma anche nell’ottica di dotarsi di una struttura che possa guardare con serenità al futuro e al raggiungimento degli obiettivi aziendali.