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In questi giorni, a causa delle temperature roventi e della perdurante assenza di piogge, è definitivamente scoppiata l’emergenza idrica in Italia: alcune stime indicano che i 2/3 dei campi coltivati siano oggi a secco.
La situazione è davvero preoccupante, così come preoccupanti sono le prime analisi dei danni a coltivazioni ed allevamenti che, attualmente, sarebbero quantificabili in circa due miliardi di euro. Si tratta di numeri impressionanti, che danno il metro delle difficoltà che tutto il comparto agricolo si trova a vivere in questa bollente estate 2017. E il contesto descritto non sembra destinato a migliorare a breve.
La macchina della burocrazia, però, si sta per mettere in moto: almeno dieci regioni, infatti, si starebbero muovendo per presentare, a breve, la richiesta dello stato di calamità al MIPAAF.
Tale richiesta, infatti, consente al Ministero di attivare il Fondo di Solidarietà nazionale e rappresenta il primo passo per permettere agli operatori agricoli delle zone colpite dalla siccità di accedere a tutta una serie di agevolazioni e benefici.
In linea generale, possono presentare la domanda di accesso ai benefici le imprese agricole incluse nei territori per i quali è stato richiesto lo stato di calamità, purché la percentuale di danno effettivo totale subito risulti superiore al 30% della produzione lorda vendibile aziendale media ordinaria (calcolata sugli ultimi tre anni). Tale dato dovrà essere certificato da apposita perizia.
Una volta presentata la richiesta di accesso al fondo, agricoltori e allevatori potranno giovarsi di tutta una serie di agevolazioni, tra cui:
Decisamente interessante è una misura che, ad oggi, è in discussione in Parlamento: vista l’eccezionalità e la diffusione della siccità che sta colpendo il Paese, si starebbe valutando la possibilità di estendere i benefici del Fondo di Solidarietà anche alle aziende agricole che potevano sottoscrivere dei piani assicurativi, ma non l’hanno fatto. Tale misura potrebbe essere introdotta in un emendamento al Decreto Mezzogiorno ora all’analisi del Senato.
Inoltre, dalla dichiarazione dello stato di calamità possono dipendere anche l’attribuzione di particolari contributi in conto capitale: nel caso in esame, l’eventuale ammontare dovrà essere ancora determinato.
La situazione è seria e occorrono interventi decisi: oltre alla necessaria fase di gestione dell’emergenza, servirà presto ragionare in maniera più ampia, approntando un piano di efficientamento delle reti idriche che, unito ad una cultura del risparmio, possano permettere di prevenire situazioni difficili come quella attuale.