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Sempre più spesso, le aziende agricole ed i piccoli agricoltori si trovano a vendere prodotti oppure a svolgere prestazioni di servizio per le pubbliche amministrazioni, sia in situazioni ordinarie, sia per fronteggiare stati di calamità come nevicate o alluvioni che sempre più di frequente colpiscono il nostro Paese.
Da un punto di vista amministrativo, non è sufficiente presentare una normale fattura a fronte del pagamento del prezzo per tali prestazioni in quanto, come noto, già la legge Finanziaria 2008 (L. 244/2007) ha stabilito l’obbligo di fatturazione in forma elettronica nei confronti delle pubbliche amministrazioni.
L’agricoltore che, quindi, svolge una qualunque prestazione nei confronti della PA dovrà emettere una fatturaPA per poter essere pagato. Tale particolare tipologia deve seguire un’autonoma numerazione e va compilata osservando uno specifico iter.
La fatturaPA, infatti, deve essere creata utilizzando un apposito fornitore e apponendo sul file una firma digitale che può essere alternativamente quella dell’agricoltore o quella dell’intermediario all’uopo delegato.
Una volta preparata la fattura, essa deve poi essere inviata alla PA, preferibilmente utilizzando l’apposito sistema di interscambio oppure tramite PEC: eventuali invii via mail non potranno essere accettati.
Dopo aver svolto gli opportuni controlli, la fattura deve essere poi conservata digitalmente, utilizzando procedure che garantiscano nel tempo la validità legale del documento: la fattura dovrà quindi essere inserita in un apposito indice e dotata di marca temporale.
La diffusione delle fatture elettroniche è, ad oggi, in costante crescita, grazie anche alle iniziative dell’Agenzia delle Entrate che, a partire dal 1° gennaio 2017, ha messo a disposizione un nuovo portale dove tutti gli operatori economici possono generare, inviare e conservare fatture elettroniche, compilando il modello previsto e dandogli valore legale tramite l’apposizione della firma digitale.
Il tema della fatturazione elettronica, peraltro, è di particolare attualità, in quanto è tra i temi oggetto di discussione durante i lavori preparatori alla stesura della prossima Legge di Bilancio.
L’idea al vaglio è quella di estendere a tutte le operazioni B2B (business to business) l’obbligatorietà oggi in vigore per le prestazioni svolte nei confronti della PA. La strada per raggiungere tale obiettivo è tutt’altro che semplice, considerando anche che la disciplina comunitaria ha stabilito che la fatturazione elettronica tra privati deve essere una facoltà e non un obbligo.
Mentre si tratta con Bruxelles, sono allo studio del Parlamento anche meccanismi incentivanti per favorire la diffusione della fatturazione elettronica: oltre ad una possibile riduzione dell’IVA per le prestazioni e le vendite fatturate elettronicamente, potrebbero essere aboliti alcuni scomodi adempimenti per coloro che scelgono tali modalità. Tra questi, sotto la lente di ingrandimento ci sono gli spesometri e le dichiarazioni INTRASTAT.
Quanto sopra rappresentato, ad oggi, è poco più di una suggestione, in quanto nell’ambito della formazione di una Legge di Bilancio le norme spesso vengono profondamente modificate durante l’iter, talvolta vengono addirittura eliminate dal testo definitivo.
Se tale scenario diventasse realtà, però, si assisterebbe ad una vera e propria rivoluzione a cui gli agricoltori in primis e, in seconda battuta, tutti i professionisti dovranno farsi trovare pronti.