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Ormai sempre più frequentemente sentiamo parlare di criptovalute, valute virtuali o nello specifico di Bitcoin, Ethereum, Iota, Ripple, ecc. Ma sappiamo di cosa si tratta? Ne conosciamo i rischi o i vantaggi?
Come per altri fattori economici vi sono gli estimatori e gli scettici, ma non c’è dubbio che questi nuovi mezzi di pagamento cominciano ad avere volumi consistenti, pertanto necessitano di un’attenta analisi e di una conseguente regolamentazione.
La più diffusa tra le criptovalute è il Bitcoin. Si tratta di una valuta non emessa da una banca centrale. Infatti, tale valuta è generata attraverso un algoritmo che richiede un’enorme potenza di calcolo (si pensi che il controvalore del solo costo di produzione è stimato oggi in circa $ 4.000). L’algoritmo prevede che si potranno generare al massimo 21 milioni di Bitcoin e si stima che tale valore possa essere raggiunto entro il 2040.
Il mercato in cui si comprano o vendono i Bitcoin è denominato Exchange. Qui si incontra la finanza tradizionale con quella virtuale ed avviene lo scambio tra le valute normalmente in uso nei mercati monetari e le criptovalute. Ogni transazione viene registrata tramite la “Blockchain” che rappresenta un registro aperto immodificabile in cui le informazioni sulle transazioni sono disponibili in maniera sicura, permanente e verificabile.
I rischi connessi alle criptovalute sono dati dalla loro enorme volatilità, dall’assenza di tutele in caso di frodi e dall’assenza di garanzie di affidabilità. L’acquisto delle criptovalute avviene generalmente tramite intermediari che richiedono delle commissioni per le transazioni (acquisto/vendita/cambio). Anche l’Agenzia delle Entrate si è occupata di criptovalute, intervenendo con la Risoluzione 02/09/2016 n. 72/E in merito al trattamento delle commissioni relative alle transazioni di monete virtuali disponendone l’assoggettamento ad imposte sul reddito e IRAP.
Nonostante tutto, la creazione e la diffusione delle criptovalute continua ad espandersi ed a divenire sempre più frequente. Vi sono Paesi che stanno pensando di creare una propria valuta virtuale al fine di limitare derive inflattive e crisi monetarie dovute al proliferare ad un’eccessiva presenza di valuta nel mercato monetario. A tal fine, è opportuno ricordare che già ora in molti Stati sono in atto politiche monetarie espansive, introdotte per combattere gli effetti della prolungata crisi economica attraverso la messa in circolazione di notevoli volumi di valuta (si pensi ad esempio al “Quantitative Easing della BCE” o alla politica avviata dall’amministrazione Obama negli USA).
Oggi le valute “tradizionali” non sono rappresentative di un equivalente in beni tangibili (es. oro), ma sono accettate dal mercato in funzione del fatto che possono essere utilizzate negli scambi in base al loro valore nominale. Se ciò accadrà anche per le criptovalute, vi sarà possibilità che ne avvenga una rapida diffusione. La circolazione delle criptovalute, quale mezzo di pagamento si fonda sull'accettazione volontaria da parte degli operatori del mercato che, sulla base della fiducia, la ricevono come corrispettivo nello scambio di beni e servizi, riconoscendone, quindi, il valore di scambio indipendentemente da un obbligo di legge.
Cosa manca oggi? Una regolamentazione internazionale di queste valute ed un loro inquadramento all’interno della politica monetaria con un monitoraggio di un’autorità sovranazionale.
Per un imprenditore, le criptovalute vanno evitate o guardate come fatto positivo per il futuro? La nascita di questo tipo di valuta sorge anche dall’esigenza di abbinare alle transazioni, - sempre più "elettroniche”-, un pagamento della stessa natura. Ciò permette alle transazioni di essere disponibili nella loro interezza, nella Blockchain. La diffusione di una moneta virtuale, non ancorata a stati o aree economiche, potrebbe agevolare gli scambi, riducendo i costi ed i rischi di cambio valutario. Inoltre, il valore di beni similari, prodotti in regioni diverse del pianeta, potrebbe essere confrontato con maggiore facilità, rendendo più agevole l’espansione di nuovi mercati.
Forse, in futuro, rivoluzioneranno il sistema dei pagamenti mondiali ma, per ora, le monete virtuali vanno utilizzate con cautela per la loro volatilità e per la mancanza di regole.