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Per i proprietari di impianti per la produzione di biogas sono numerosi gli interrogativi aperti in vista di un futuro con tanti cambiamenti e poche certezze.
Un recente studio svolto dal GSE stima che, nei prossimi dieci anni, saranno oltre 700 le centrali a biogas agricolo che perderanno l’accesso agli incentivi e ciò impone un’approfondita riflessione.
Una soluzione efficace a questa problematica potrebbe essere offerta dalla nuova disciplina sul biometano (di cui abbiamo parlato qui) che prevede la possibilità di accedere ad ulteriori dieci anni di incentivi anche per quegli impianti di produzione di energia da biogas che saranno riconvertiti (in modo totale o parziale) alla produzione di biometano (gas a base di metano prodotto dalla purificazione del biogas prodotto da fonti rinnovabili agroforestali).
Come detto tale conversione permetterebbe di accedere al nuovo sistema di incentivi, che si fonda sul rilascio di certificati di immissione in consumo (CIC) del valore di 375 euro ciascuno, a cui potranno aggiungersi eventuali maggiorazioni in base alla tipologia di matrici utilizzate per la produzione.
Nonostante la prospettiva sia allettante, investire in un upgrade tecnico e tecnologico per la produzione di un nuovo prodotto al fine di non perdere gli incentivi, rappresenta una scelta tutt’altro che semplice.
Peraltro, il quadro complessivo degli incentivi sulle fonti di energia rinnovabili è decisamente intricato: a marzo, il Governo ha varato la bozza di decreto sull’incentivazione delle fonti rinnovabili elettriche per il periodo 2018-2020.
Tale bozza prevedeva una generalizzata riduzione degli incentivi, in particolare per quelle tecnologie più consolidate e redditizie utilizzate per la produzione di energia elettrica (come eolico, solare fotovoltaico, ecc.), mentre poco dovrebbe cambiare per i biocarburanti o per i pannelli solari utilizzati per il riscaldamento. Più alti, invece, gli aiuti per tecnologie innovative e in fase di sviluppo.
Ad ogni modo, va evidenziato che tale decreto, che regolando gli incentivi a partire dal 1° gennaio 2018 avrebbe dovuto essere già vigente, è attualmente bloccato nelle pieghe di un iter lungo che richiede l’avallo del Ministero dell’Ambiente e della Conferenza Stato-Regioni, prima di essere inviato a Bruxelles per l’ultimo controllo.
In questo quadro decisamente instabile, per i produttori di biogas è praticamente impossibile pianificare con oggettività e certezza il proprio futuro, non possedendo gli elementi essenziali per poter operare scelte strategiche fondate.
Pertanto, la speranza è che la situazione venga regolamentata nel più breve tempo possibile, per dare agli operatori modo di decidere, senza salti nel vuoto, il proprio futuro.