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Tra le novità contenute nella scorsa Legge di Bilancio, menzione speciale merita la nuova disciplina dell’enoturismo, la quale si prospetta come un’interessante opportunità (a regime fiscale agevolato) per gli operatori del settore vitivinicolo.
Affinché la disciplina possa entrare pienamente in vigore, però, sono attesi i relativi decreti attuativi, i provvedimenti che avranno il compito di delimitare con maggiore dettaglio il perimetro e le modalità applicative di quanto stabilito dal comma 502 della Legge 205/2017. Essi sono già stati sottoposti al vaglio della Conferenza Stato-Regioni e, nell’arco di qualche settimana, potrebbero già essere approvati.
La definizione di enoturismo è stata affidata al richiamato comma 502 della Legge di Bilancio 2018, il quale prevede che “con il termine enoturismo si intendono tutte le attività di conoscenza del vino espletate nel luogo di produzione, le visite nei luoghi di coltura, di produzione o di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione della vite, la degustazione e la commercializzazione delle produzioni vinicole aziendali, anche in abbinamento ad alimenti, le iniziative a carattere didattico e ricreativo nell'ambito delle cantine”.
L’attività enoturistica si caratterizza anche per alcune altre specifiche:
Come detto, al fine di rendere completa ed attuabile la nuova disciplina, è attesa a giorni l’approvazione degli appositi decreti attuativi, la cui bozza è attualmente al vaglio del Governo dopo l’apposizione di alcune modifiche al testo originario da parte della Conferenza Stato-Regioni.
Tali decreti prevedono numerose prescrizioni, soprattutto con riferimento agli standard minimi di qualità dell’enoturismo, tra cui sono previsti:
Tra gli aspetti da non sottovalutare, poi, ci sono i profili relativi alla sicurezza e alle norme igienico-sanitarie, su cui sarà richiesto il controllo di Regioni e Province competenti.
In attesa di vedere quale sarà il testo definitivo dei decreti attuativi sul tema, non si può non evidenziare come l’enoturismo rappresenti una interessante opportunità per tutto il settore vitivinicolo, in cui sarà possibile svolgere nuove attività connesse restando all’interno del regime fiscale agricolo o, comunque, forfettario.
Probabilmente, con un po’ di coraggio, la disciplina in commento avrebbe potuto essere estesa a tutti i produttori agricoli, dando uno strumento certo per lo svolgimento di tutte quelle attività di degustazione ed ospitalità che oggi, se non ricomprese all’interno dell’attività agrituristica, non sembrano avere una certa struttura normativa sulla quale appoggiarsi.