Il 23 luglio, l’INPS ha pubblicato i dati di aprile relativi all’osservatorio sul precariato e il risultato è a dir poco preoccupante: - 39% di assunzioni nel primo quadrimestre 2020 rispetto allo stesso periodo 2019, - 83% se il confronto viene riferito sul solo mese di aprile 2020 con aprile 2019.
Le aziende stanno vivendo un momento di crisi economica pesante e, con il blocco dei licenziamenti sino al 17 agosto 2020, si trovano a dover pensare come poter gestire il protrarsi delle difficoltà che inevitabilmente avranno un’onda lunga.
In questi giorni si parla di Decreto Agosto, con la previsione di un’ulteriore proroga degli ammortizzatori sociali, incentivi per assunzioni a tempo indeterminato e altri provvedimenti a sostegno delle imprese.
Ma se questo non avverrà in tempi celeri, le aziende dovranno fare i conti con il personale in esubero che però dovranno gestire, in quanto si presuppone un posticipo del blocco dei licenziamenti sopraindicato
Quali soluzioni possono quindi adottare le aziende che stanno per terminare o hanno esaurito gli ammortizzatori sociali previsti dalla vigente normativa?
È opportuno precisare che ogni situazione va gestita e valutata in maniera singola, ma di seguito cerchiamo di analizzare alcune soluzioni che possono tornare utili anche se, come spesso accade in queste circostanze, l’applicazione della norma è tutt’altro che semplice.
Aziende in CIGO, FIS e FSBA
Le aziende rientranti in queste tipologie di ammortizzatori sociali potranno accedere agli stessi secondo le modalità e previsioni stabilite dalla normativa generale e, quindi, senza che si faccia riferimento alla causale COVID-19.
Le modalità di fruizione del sostegno al reddito, dei lavoratori sospesi o con orario ridotto, sono previste dalle disposizioni di cui alla L. 148/2015 e dal Regolamento del Fondo di solidarietà per l’artigianato.
Aziende in CISOA
Le aziende agricole, terminate le novanta giornate di COVID, potranno beneficiare di ulteriori novanta giornate che dovranno però essere riconducibili alle causali generiche previste dalla normativa.
Aziende in CIGD (cassa integrazione in deroga)
La CIGD rappresenta uno strumento che ha nella sua natura la straordinarietà, motivo per il quale viene rifinanziata in periodi di carattere emergenziale come poi è successo per il COVID-19.
Le aziende che accedono a questo ammortizzatore sociale, e che lo hanno esaurito, non hanno (diversamente dagli altri settori) altri strumenti da adottare per contenere il costo del lavoro e dare sostegno al reddito dei lavoratori in difficoltà.
Seppur la soluzione analizzata dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro rappresenta di difficile percorribilità, si potrebbe pensare di procedere ad una sospensione unilaterale del rapporto di lavoro. È opportuno sottolineare che, qualora si opti per questa soluzione, è assolutamente necessaria la garanzia e approvazione da parte delle Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative.
In linea generale è comunque possibile procedere, salvo accettazione del lavoratore, ad una riduzione dell’orario di lavoro (eventualmente anche per un periodo limitato di tempo) oppure strutturare accordi di secondo livello/contratti aziendale che riprogrammino l’organizzazione del lavoro, finalizzato ad un contenimento dei costi.
L’estate 2020 sarà sicuramente molto calda per il “mondo del lavoro” ma non si deve disperare anzi, questo è il momento per cercare le migliori soluzioni per la propria impresa.
Andrea Fiumi, consulente del lavoro
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