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L’INPS, con la Nota n. 2842 del 6 agosto 2021, ha confermato che l’indennità di quarantena per isolamento fiduciario prevista dal D.L. 17 marzo 2020 n. 18 non sarà erogata per i casi avvenuti a partire dal 2021.
Una novità, peraltro retroattiva, che ha spiazzato il mondo del lavoro privato.
Gli stanziamenti economici, prosegue l’Istituto, sono esauriti e per il momento il Legislatore non ha previsto alcun rifinanziamento per l’anno 2021.
Il richiamato Decreto Legge introduceva la suddetta indennità per i dipendenti del settore privato sottoposti a quarantena in seguito a contatto con un soggetto positivo o in rientro nel territorio nazionale o nei casi disposti dal sindaco. Tra questi non venivano e non vengono tutt’ora ricompresi i lavoratori che hanno contratto il COVID-19 per i quali, invece, l’INPS riconosce la malattia ordinaria.
La tutela della malattia in caso di quarantena fiduciaria era riconosciuta dall’INPS unicamente “nei limiti di spesa”, ovvero dei 663,1 milioni di euro stanziati per il 2020.
La quarantena fiduciaria, oggi pari a dieci giorni (per i non vaccinati) e sette giorni (per i vaccinati), impedisce ai lavoratori di potersi recare sul luogo di lavoro e conseguentemente alle disposizioni attualmente in vigore, gli stessi si vedrebbero decurtare la busta paga fino a 461 euro (fonte Il Sole 24 Ore).
A rimetterci sarà inevitabilmente il dipendente che, salvo la buona volontà del proprio datore di lavoro di sopperire al disagio del proprio lavoratore, riconoscendo volontariamente le somme a titolo di retribuzione indipendentemente dalle disposizioni normative in vigore, i lavoratori in quarantena si vedranno decurtare la busta paga per i giorni di assenza corrispondenti alla quarantena stessa.
L’azienda non ha responsabilità in quanto, realizzandosi il principio secondo il quale il lavoratore si trova nella così detta impossibilità sopravvenuta a svolgere la prestazione per motivazioni non imputabili all’impresa, il datore di lavoro può optare per permessi retribuiti o non retribuiti.
Ad aggravare la gestione operativa è la retroattività della disposizione normativa; infatti, terminando al 31/12/2020 lo stanziamento previsto e, come anticipato, per l’anno in corso non sono stati previsti ulteriori finanziamenti, si attende di conoscere le modalità operative per procedere ad eventuali recuperi in busta paga, salvo differenti disposizioni che Governo e sindacati stanno valutando per risolvere l’impasse venutasi a creare.
Discorso diverso, almeno parzialmente, per i lavoratori fragili, per i quali è stato previsto un maggior stanziamento di risorse a copertura del periodo gennaio-giugno 2021.
Non resta che attendere nuovi e auspicabili interventi normativi, ritenendo possibile che il Governo possa prevedere ulteriori finanziamenti fino al cessare dello stato di emergenza nel nostro Paese.
Andrea Fiumi, consulente del lavoro