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Il dibattito sulla certificazione verde entra nel vivo.
Il green pass che, come si ricorda, attesta l’avvenuta vaccinazione con una dose (decorsi quindici giorni) o entrambe di vaccino, l’avvenuta guarigione da COVID-19 negli ultimi sei mesi ovvero l’effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con esito negativo nelle 48 ore antecedenti, dal 6 agosto diviene obbligatorio per l’accesso a determinati servizi e attività.
Tra i quesiti all’ordine del giorno vi è quello inerente la gestione dell’accesso dei lavoratori alle mense aziendali.
Il servizio di ristorazione all’interno delle aziende private rientra tra quelli di cui all’art. 3 del D.L. n. 105/2021 per il quale è stato reso obbligatorio il possesso del green pass per qualsiasi esercizio di ristorazione al chiuso.
In materia, il Governo ha pubblicato in data 15 agosto una nuova FAQ sull’obbligo del green pass imposto ai lavoratori nell’ambito della loro attività. In tale occasione, ha specificato come i lavoratori dipendenti possano accedere alle mense aziendali o ai locali adibiti alla somministrazione di servizi di ristorazione solo se muniti di green pass, analogamente a quanto avviene per i ristoranti con riguardo alla consumazione dei pasti in luogo chiuso. L’obbligo vale sia per i lavoratori del settore pubblico che per le aziende private.
I gestori dei suddetti servizi sono dunque tenuti a verificare le certificazioni verdi COVID-19 con le modalità indicate dal D.P.C.M. 17 giugno 2021. In base al dettato della FAQ, infatti, sarebbero quindi i titolari di tali servizi a doversi occupare del controllo della certificazione verde, oppure, nel caso in cui l’azienda operi in autonomia, il controllo potrà essere effettuato dai lavoratori delegati in maniera formale dal datore di lavoro. In tal caso, i soggetti delegati, oltre al formale incarico, dovranno essere stati formati in materia di gestione e tutela della privacy, oltre che un’idonea formazione per l’incarico.
La risposta del Governo non è stata esente da critiche: vi è chi ha sottolineato come le risposte ai quesiti da parte del Ministero dell’Interno non abbiano valore normativo e quindi non possano introdurre un obbligo di controllo del green pass quanto piuttosto legittimarne la richiesta; d’altra parte sono stati avanzati ulteriori dubbi per quelle aziende che non forniscano effettivi servizi mensa, ma unicamente luoghi attrezzati in cui consumare il pasto portato dal dipendente.
Alla luce di ciò si auspicano nuovi interventi normativi che possano portare a una maggiore chiarezza in materia per le aziende.
Andrea Fiumi, consulente del lavoro