Una prassi non usuale, ma sicuramente utile, e un’impostazione corretta che ogni datore di lavoro dovrebbe prevedere ciclicamente.
Di cosa si tratta?
Effettuare una revisione degli inquadramenti dei propri dipendenti sulla base delle mansioni che gli stessi svolgono e, in particolare, con le mansioni che nel corso della propria vita lavorativa possono essere variate e quindi meritevoli di attenzione e verifica.
Così come cambia l’organizzazione aziendale in base alle lavorazioni svolte, alla richiesta del mercato, all’ottimizzazione delle risorse aziendali e dei costi, allo stesso modo devono essere adeguati gli inquadramenti dei lavoratori dipendenti che svolgono la propria attività in azienda.
Quando un’azienda si trova a dover integrare il proprio organico aziendale e quindi effettuare una nuova assunzione, mette in atto una serie di valutazioni che includono, tra le altre:
- il corretto inquadramento del dipendente in base alla mansione svolta;
- il conteggio dei costi che l’azienda dovrà sostenere;
- il riconoscimento di determinati benefit o accordi specifici raggiunti in fase di trattativa;
- l’orario di lavoro svolto dal dipendente;
- altre valutazioni soggettive riguardanti il dipendente.
Individuato il candidato ed effettuate le opportune valutazioni si procede con l’assunzione e tendenzialmente si ritiene di non dover più riprendere in mano tali analisi e valutazione.
È qui che sorge l’errore che un datore di lavoro non dovrebbe mai commettere. Infatti, sarebbe opportuno revisionare annualmente i contratti di lavoro in essere in funzione anche alle reali mansioni e competenze acquisite da ogni singolo collaboratore.
Nello specifico occorre:
- applicare una strategia aziendale globale, ovvero valutare la singola posizione del dipendente senza perdere di vista il confronto con gli altri lavoratori (l’analisi deve essere complessiva e non incentrata sul singolo individuo);
- analizzare il budget aziendale per capire i margini di manovra all’interno delle risorse destinabili al personale dipendente in termini di costi e sostenibilità di eventuali variazioni;
- appurare se il livello di inquadramento del lavoratore, all’atto della verifica, è ancora adeguato (è necessario, in particolare, valutare se sono intervenute nuove competenze, nuove responsabilità o differenti mansioni che impongano una revisione del livello di inquadramento);
- verificare la retribuzione erogata, considerando eventuali elementi retributivi aggiuntivi e se sia il caso di riconoscere (in aumento e non in diminuzione) riconoscimenti retributivi ulteriori.
La visione globale di questa revisione, che consigliamo di effettuare annualmente, non deve essere considerata solo nei termini di un aumento di stipendio, ma vuole essere incentrata nell’’ottica di ottimizzare le risorse aziendali sia economiche che produttive.
In particolare, negli ultimi due anni abbiamo assistito ad un grande cambiamento di quelle che erano le abitudini aziendali e, considerata la mutata organizzazione di numerose realtà, stravolta dal periodo pandemico e dalle alterate condizioni lavorative, il nostro studio vi invita a prendere in considerazione quanto analizzato dalla presente circolare con l’obiettivo di porre basi solide, concrete e soprattutto di tranquillità future nella gestione del personale.
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