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Nonostante la PAC 2015-2020 abbia ormai superato la metà della sua vita, molte sono le cose che ancora sono lontane dall’essere perfette.
Si pensi ad esempio alla questione delle anomalie, che a distanza di oltre tre anni dall’entrata in vigore dell’attuale politica agricola comune, rappresentano ancora un rebus irrisolto. Anche se, per alcune tipologie, pare ancora non per molto.
Le anomalie altro non sono che errori nel sistema AGEA che comportano la sostanziale impossibilità, da parte degli imprenditori agricoli coinvolti, di percepire gli aiuti che gli spetterebbero in base ai titoli in loro possesso o su cui vantano diritti.
La questione delle anomalie è tanto semplice quanto spinosa, in quanto il problema è molto sentito da parte degli agricoltori, ma la sua soluzione appare difficile e lontana.
Nonostante l’attività di certificazione e documentazione svolta da agricoltori e CAA per dimostrare la titolarità dei diritti di aiuto, infatti, da anni si attende un risolutivo intervento di AGEA, il quale stenta ad arrivare.
Con la circolare n. 63212/2018 del 30 luglio, intitolata “Nota tecnica per la risoluzione delle anomalie di ricognizione preventiva – calcolo titoli 2015-2020”, AGEA ha comunicato la volontà di porre fine, una volta per tutte, alla situazione di grande incertezza collegata a tale tipologia di anomalia, risalente nel tempo e tuttora causa del mancato pagamento dei contributi in capo a centinaia di agricoltori.
Nella richiamata circolare, infatti, l’Ente Pagatore ha stabilito che gli agricoltori hanno tempo fino al prossimo 28 settembre per sanare le proprie posizioni, attestando le movimentazioni ed i trasferimenti di titoli avvenute tra il 2013 e il 2015 e che hanno generato l’anomalia.
È importante evidenziare che, superato il termine del 28/9, AGEA considererà conclusi tutti i procedimenti di ricognizione preventiva 2015. Pertanto, fatta salva la possibilità di ricorrere in giudizio, non sarà più possibile effettuare correzioni alla propria posizione.
Si tratta di una situazione di chiusura dura e drastica, che potrebbe finire per penalizzare migliaia di agricoltori che, in questi anni, già hanno subito un danno economico non trascurabile a causa di questa situazione. Dall’altro lato, però, si capisce bene la volontà di porre fine a quella che potrebbe diventare una vera e propria storia infinita.
La speranza è che, come sempre in questi casi, si possa trovare un punto di equilibrio equo tra gli interessi delle varie parti in causa.