Articoli
Tutti gli aggiornamenti, gli approfondimenti e i casi pratici analizzati e realizzati dai nostri esperti in materia agricola, fiscale, economica e del lavoro.
La prossima riforma della PAC, che entrerà in vigore a partire dal 2021, cambierà il volto del sistema degli aiuti e dei contributi comunitari previsti per il sostegno del settore agricolo.
Una delle misure che sta creando maggiore apprensione in vista del futuro è l’annunciata riduzione progressiva dei pagamenti diretti e la reintroduzione del capping. Ma quale sarà l’impatto di tali novità?
La PAC post 2020 prevede limitazioni agli aiuti comunitari per le grandi aziende agricole, ossia per quelle che percepiscono contributi europei per importi particolarmente elevati.
La soglia di riferimento sarà 60.000 euro. Fino a tale importo, l’azienda continuerà a percepire integralmente gli importi spettanti in base ai titoli all’aiuto posseduti. Per le somme ulteriori, invece, sarà effettuato un taglio progressivo e graduale, suddiviso in diversi scaglioni, pari al:
In forza delle nuove previsioni comunitarie, si stima quindi che circa 3.000 aziende, quelle più grandi e strutturate, potrebbero ricevere una significativa decurtazione dei contributi UE a partire dal 2021.
La preoccupazione è molta, ma la sensazione è che, nei fatti, l’impatto di tale misura sarà inferiore a quanto si teme.
Visto che la ratio della reintroduzione del capping è quella di tagliare gli aiuti ai grandi latifondisti che non creano lavoro e ricchezza, la disciplina comunitaria prevede che gli importi da assoggettare al taglio debbano essere calcolati al netto dei costi per la manodopera e per il lavoro.
In particolare, devono essere detratti:
Dai primi casi studio, infatti, emerge che le aziende più strutturate hanno generalmente importanti costi del lavoro, costi che talvolta superano anche quelli dei contributi da percepire.
Si pensi, ad esempio, al caso di un’azienda che percepisce contributi per 110.000 euro, ma in cui lavorano 15 dipendenti per un costo totale di 300.000 euro. In forza della decurtazione di tale costo (110.000-300.000), questa azienda non vedrà alcuna modifica nell’importo degli aiuti percepiti, in quanto la decurtazione sarebbe da applicare su un importo negativo.
La sensazione, quindi, è che, conti alla mano, salvo rarissimi casi, le novità relative al capping non incideranno sulle casse aziendali: pare probabile, quindi, che il tanto annunciato taglio avrà (fortunatamente) ben poco riscontro nella vita quotidiana delle aziende agricole italiane.