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Sarebbero stimate in circa 500 mila le richieste di certificazioni antimafia che le prefetture si vedrebbero recapitare il prossimo anno da Agea e gli altri enti pagatori, se resterà confermato l’obbligo per le domande di importo superiore a 5.000 euro.
Infatti, con il D.L. n. 148/2017 sono state apportate delle modifiche alla normativa antimafia (D.Lgs.159/2011), che hanno portato all’introduzione del limite di soli 5.000 euro, al di sotto del quale non è richiesta la certificazione per i pagamenti relativi ai terreni agricoli che usufruiscono di fondi europei.
Pur con l’intento di contrastare la concessione di fondi pubblici alla criminalità, fin da subito la norma ha creato grandi perplessità negli addetti ai lavori, non certo per il nobile intento, bensì per la mole di informazioni, documenti e pratiche che avrebbe generato.
Il tutto avrebbe portato, come ovvia conseguenza, ulteriori ritardi nei pagamenti alle imprese agricole.
L’intento è quello di inserire uno specifico emendamento nel decreto di conversione del D.L. 113/2018 (c.d. Decreto sicurezza) al fine di far slittare al 31/12/2019 l’introduzione della soglia di 5.000 euro.
La versione approvata il 7 novembre dal Senato e trasmessa alla Camera prevede infatti la seguente integrazione:
“All’articolo 24, dopo il comma 1 è inserito il seguente:
“1-bis. Le disposizioni degli articoli 83, comma 3-bis, e 91, comma 1-bis, del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, limitatamente ai terreni agricoli che usufruiscono di fondi europei per importi non superiori a 25.000 euro, non si applicano fino al 31 dicembre 2019”.
Bisognerà però attendere il termine dell’iter di conversione del decreto per avere la certezza che la proroga vada effettivamente in porto.
A prescindere dagli effetti che potrà avere la conversione del D.L. 113/2018, con o senza le suddette modifiche apportate dal Senato, Agea ha approvato uno schema di convenzione con il Ministero degli interni al fine di attivare un collegamento telematico con la banca dati nazionale della documentazione antimafia (BDNA) ed il sistema informativo agricolo nazionale (SIAN), al fine di poter verificare tempestivamente la corretta presenza della certificazione antimafia.
Inoltre, dato che nel SIAN sono presenti anche le informazioni della banca dati unica dei certificati (BDUC), il collegamento tra le due banche dati dovrebbe consentire alla BDNA di acquisire, ove possibile, le informazioni presenti, semplificando così le operazioni di inserimento delle richieste di certificazione antimafia e riducendo anche i tempi di inoltro delle richieste.