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L’Italia è un paese composto di tante entità che faticano a fare sistema. Così accade che, in anni in cui il mondo agricolo vive una profonda crisi, vi siano risorse non spese che rischiano di tramutarsi paradossalmente in minori risorse anche per il futuro.
In tutta Europa sono 118 i PSR previsti dagli stati nazionali. In Italia sono attivi 21 Piani di Sviluppo Rurale a carattere regionale o provinciale ai quali si aggiungono un PSR nazionale e la Rete rurale nazionale.
Si tratta di misure che vorrebbero diversificare gli interventi in funzione delle peculiarità territoriali ma che, di fatto, non sempre riescono a tradurre in investimenti reali le risorse messe a disposizione.
Le risorse a disposizione rappresentano valori tutt’altro che irrisori, disciplinati dai regolamenti comunitari. Si tratta di risorse preziose che devono servire sostenere l’evoluzione del settore e, come tali, devono essere assegnate agli stati che ne hanno effettiva necessità e al contempo mettono in pratica le azioni programmate.
Pertanto, anche al fine di creare processi virtuosi, l’art. 38 del regolamento 1306/2013 dal titolo “Disimpegno automatico relativo ai programmi di sviluppo rurale” prevede che siano distolte dagli impegni di bilancio le somme non utilizzate entro il terzo anno successivo all’anno dell’impegno di bilancio.
In altre parole, ciò sta a significare che gli stanziamenti previsti per l’anno 2015 devono essere erogati entro il 31/12/2018, altrimenti le risorse prendono il via definitivamente per Bruxelles.
Nel panorama delle risorse a disposizione delle Regioni sono oltre 84 i milioni di euro che dovranno essere spesi oppure saranno persi. I fondi del 2015 residuano principalmente nelle seguenti regioni:
Le misure nazionali, ovvero il PSRN e Rete Rurale Nazionale, dispongo di almeno altri 36 milioni di euro.
Non solo, in base agli accordi presi per la programmazione 2014/2020, al fine di orientare gli investimenti in funzione degli obiettivi strategici definiti in sede comunitaria ed all’uso efficace dei fondi, il sistema agricolo nazionale deve assicurarsi di non perdere le somme assegnate dall’art. 20 del Regolamento (UE) 1303/2013 dal titolo “Riserva di efficacia dell’attuazione “. Si tratta di una riserva destinata agli investimenti in favore della crescita occupazionale che per l’Italia ammonta a circa 625 milioni di euro.
Tale riserva sarà assegnata al nostro Paese se saranno raggiunti i risultati collegati agli obiettivi di programma, i cui target intermedi dovranno essere conseguiti entro il 31 dicembre 2018.
La valutazione sarà effettuata dalla Commissione UE nei primi mesi del prossimo anno, non appena avrà ricevuto la necessaria rendicontazione.
La Commissione farà quindi una valutazione sull’operato delle Regioni. Quelle virtuose riceveranno i fondi, invece, le altre saranno sanzionate.
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