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Con il Decreto ministeriale n. 6881 del 27 dicembre 2018 è stato approvato il Piano di regolazione dell’offerta del formaggio Grana Padano Dop per il periodo 2019-2021.
La possibilità di regolare l'offerta dei formaggi è stata introdotta in Europa dal Reg. 261/2012, il cosiddetto “Pacchetto Latte”, e deriva da un’iniziativa tutta italiana. Tuttavia, già nel 2002, il Consorzio di Tutela del Grana Padano Dop aveva introdotto un sistema per la regolazione dell'offerta tra i caseifici ma, dal momento che entrava in contrasto con la normativa antitrust, è stato prima sospeso e poi modificato affinché non risultasse uno strumento restrittivo della concorrenza.
Grazie ad un importante lavoro di dialogo con Bruxelles, il Consorzio di tutela del Grana Padano Dop è riuscito a far si che il sistema di regolazione dell’offerta dei formaggi ottenesse un riconoscimento nell’ambito di un regolamento comunitario.
Dall’introduzione del Pacchetto Latte il Piano produttivo è stato modificato e, attualmente, si trova alla sua terza revisione.
In particolare l’ultima versione del Piano copre il periodo 2019-2021 e introduce alcune importanti novità per i produttori.
Il meccanismo di funzionamento della regolazione dell’offerta è molto simile per tutti e i formaggi Dop italiani che hanno avviato questo tipo di strumento (Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Asiago e Pecorino Romano).
Il piano produttivo del Grana Padano Dop 2019-2021 poggia le proprie fondamenta su:
Nonostante tale quota, il caseificio è libero di scegliere quante forme produrre: se questo decide di produrre in misura maggiore rispetto alla quota assegnatagli (PR), deve pagare un onere di contribuzione maggiorato; al contrario, se il caseificio decide di produrre meno rispetto al proprio riferimento produttivo, sostiene un costo di contribuzione più contenuto.
Una delle novità del piano produttivo 2019-2021 riguarda la definizione di un nuovo PR, che viene fissato a 4.692.115 forme (equivalente al Punto di equilibrio 2018, ossia 4.646.115 forme, a cui si aggiungono 46.000 forme assegnate per la fine dell’anno 2018).
Scendendo più nel dettaglio, il sistema prevede il pagamento, per ciascuna forma prodotta, di una contribuzione ordinaria, il cui costo aumenta all’aumentare della produzione del caseificio. In particolare, essa è composta da 20 scaglioni ad onerosità crescente: le forme che ricadono nel primo scaglione hanno un costo di contribuzione ordinaria di 3,2 euro/forma, mentre quelle che ricadono nell’ultimo scaglione di 15 euro/forma (tabella 1). Rispetto al vecchio piano produttivo, l’onerosità della contribuzione ordinaria viene diminuita, con particolare riferimento al costo delle forme che ricadono nell’ultimo scaglione.
Anche con il nuovo piano produttivo, se il caseificio produce esattamente quanto il PR assegnatogli sostiene un costo di contribuzione ordinario medio di 5 euro/forma. Se invece il caseificio decide di oltrepassare la propria quota alle forme eccedenti si aggiunge una contribuzione differenziata.
La contribuzione differenziata è, sostanzialmente, un onere aggiuntivo in più rispetto alla contribuzione ordinaria (con riferimento al costo dell’ultimo scaglione) che viene applicato alle forme del caseificio che oltrepassano il PR. Anch’essa ha una logica progressiva: è composta da 6 scaglioni che vanno da 10 euro/forma, per le forme che oltrepassano fino all’1% il punto di riferimento, fino a 90 euro/forma, per le forme che oltrepassano del 5% il punto di riferimento. Rispetto al precedente piano produttivo, con il nuovo si è ridotto il numero di scaglioni (7 anziché 9) e aumentato l’onere dei singoli scaglioni. Il calcolo delle forme soggette a contribuzione differenziata viene fatto al netto di quelle retinate (il nuovo Piano introduce anche delle modifiche riguardati le modalità con cui viene fatto il calcolo delle forme retinate).
Un’importante novità dell’ultimo Piano produttivo riguarda la riassegnazione delle forme ai caseifici soggetti alla contribuzione differenziata, dal momento che viene garantita una riassegnazione di almeno lo 0,5% del punto di equilibrio complessivo di tutto il sistema Grana Padano, a cui si possono aggiungere altre forme in funzione dell’andamento della produzione e del mercato.
Il nuovo piano produttivo conferma le agevolazioni per i produttori che raggiungono elevati standard qualitativi, rivedendo al rialzo il meccanismo dei premi, mentre subisce un lieve freno il sistema di agevolazione per i piccoli e medi produttori. Con il nuovo piano produttivo il Consorzio si riserva la possibilità di attivare nuovi premi per alcune tipologie di produzione come il Grana Padano «Riserva», «biologico», «da fieni» ed altri.
Allegato - Decreto ministeriale n. 6881 del 27 dicembre 2018 e Piano Produttivo Grana Padano
Tabella 1: contribuzione ordinaria
Scaglioni |
€ forma |
||
1° |
5% |
3,2 |
|
2° |
10% |
3,3 |
|
3° |
15% |
3,4 |
|
4° |
20% |
3,5 |
|
5° |
25% |
3,6 |
|
6° |
30% |
3,7 |
|
7° |
35% |
3,8 |
|
8° |
40% |
3,9 |
|
9° |
45% |
4 |
|
10° |
50% |
4,1 |
|
11° |
55% |
4,2 |
|
12° |
60% |
4,3 |
|
13° |
65% |
4,4 |
|
14° |
70% |
4,5 |
|
15° |
75% |
4,6 |
|
16° |
80% |
4,7 |
|
17° |
85% |
4,8 |
|
18° |
90% |
7 |
|
19° |
95% |
10 |
|
20° |
100% |
15 |
|
oltre il riferimento |
15 |
Fonte: piano produttivo per il Grana Padano Dop 2019-2021
Tabella 2: contribuzione differenziata
Scaglioni oltre il riferimento |
€/forma |
|
da 0% |
a 1% |
10 |
da 1% |
a 2% |
20 |
da 2% |
a 3% |
35 |
da 3% |
a 4% |
50 |
da 4% |
a 5% |
70 |
da 5% |
a 6% |
90 |
oltre |
6% |
90 |
Fonte: piano produttivo per il Grana Padano Dop 2019-2021