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L’apicoltura, pur non rappresentando dal punto di vista economico un settore rilevante, è sempre stata oggetto di attenzione in ambito comunitario per gli aspetti ecologici che essa determina nel contesto agricolo nazionale.
Infatti, dal punto di vista economico, con un fatturato annuo stimato in circa 50 milioni di euro, l’apicoltura rappresenta una nicchia del settore agricolo. Ma oltre 1.200.000 alveari disseminati su tutto il territorio nazionale contribuiscono all’impollinazione di piante da frutto, ortaggi, boschi ed erbe spontanee tipici del nostro Paese, risultando indispensabili al mantenimento dell’equilibrio del nostro ecosistema.
Per quanto attiene all’apicoltura, l’Unione Europea regola la produzione del miele ed i prodotti direttamente connessi (propoli, polline, cera d’api, ecc.), disponendo che gli Stati membri, in collaborazione con le organizzazioni rappresentative del settore, possano elaborare dei programmi triennali a favore di tale settore.
Pertanto, in base al Regolamento (UE) n. 1308/2013 avente ad oggetto l’organizzazione comune di mercati dei prodotti agricoli (OCM), per quanto concerne il Programma Nazionale Triennale a favore del settore dell'apicoltura è stato emanato il Decreto n. 2173/2016, successivamente integrato con il Decreto 1323/2017.
Le misure previste nel Decreto sono finanziate al 50% dalla UE e sono suddivise in otto capitoli nei quali sono rappresentate le iniziative finanziabili e la relativa quota di contributo effettivamente erogabile (Allegato I del Decreto 2173/2016).
Per l’anno 2019, la Commissione Europea ha assegnato all’Italia oltre 3.000.000 di euro per il settore apistico e il restante 50% sarà cofinanziato dalle risorse nazionali. Cosicché i fondi disponibili per l’apicoltura ammontano ad oltre 6.000.000 di euro (50% FEAGA e 50% Fondo di rotazione).
Gli interventi finanziabili con contributi pubblici, nella misura dal 20 all’80%, riguardano:
Va detto, inoltre, che gli Stati nazionali possono intervenire per la protezione di aziende apicole sfavorite da condizioni strutturali, naturali o nel quadro dei programmi di sviluppo economico.
La Commissione Europea ha previsto il passaggio della gestione dell’OCM dal Regolamento n. 1308/2013 al regolamento generale della PAC. Pertanto, pur essendo confermato il sostegno anche per il periodo 2021-2027, l’OCM (ortofrutta, vino, olio d’oliva, apicoltura, luppolo) dovrà convivere con pagamenti diretti e sviluppo rurale.
Anche le misure a sostegno dell’OCM entreranno quindi a far parte dei Piani Strategici Nazionali, con l’obiettivo di garantire una migliore coerenza ed armonizzazione con le altre misure.
Le misure che potranno essere finanziate dovranno continuare a perseguire almeno uno dei capitoli già previsti dal Regolamento UE n. 1308/2013 sopra indicato (dalla lettera A alla lettera H).
Annualmente, le risorse finanziare riservate dalla Comunità Europea all’Italia per il periodo 2021-2027 ammontano a 5.166.537 euro. Tale importo continuerà a rappresentare il 50% delle spese che lo Stato potrà sostenere.