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Angelo Frascarelli
pacchetto-ortofloro-plus La politica di coesione post 2020

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non solo la pac verrà riformata dopo il 2020, ma verrà confermata e revisionata anche la politica di coesione che interessa prevalentemente le imprese non agroalimentari e gli enti pubblici. con la presentazione delle sue proposte, il 29 maggio 2018, la commissione ha posto le basi per una nuova politica di coesione. con una dotazione di 373 miliardi di euro in sette anni, la politica di coesione rimane la più forte politica di investimento in europa. la politica di coesione, nel periodo 2021-2027, continua a investire in tutte le regioni, in funzione della loro appartenenza alle tre categorie già note (regioni meno sviluppate, in transizione e più sviluppate). cinque priorità. rispetto agli undici obiettivi tematici per il periodo 2014-2020, la nuova politica di coesione individua cinquepriorità di investimento nei settori in cui l'ue può dare il massimo. gli investimenti per lo sviluppo regionale saranno principalmente incentrati sugli obiettivi 1 e 2. tra il 65% e l'85% delle risorse del fesr e del fondo di coesione sarà assegnato a queste priorità, in funzione della ricchezza relativa degli stati membri. la ripartizione delle risorse tra gli stati membri. per quanto riguarda il metodo di assegnazione del fondo agli stati membri, la proposta della commissione europea si basa ancora ampliamente sul pil pro capite (81% del peso). tuttavia, sono stati aggiunti nuovi criteri di assegnazione:. mercato del lavoro: disoccupazione giovanile, livello di istruzione basso, demografia (15% del peso);. cambiamenti climatici: emissioni di gas serra nei settori non compresi nel sistema di scambio di quote di emissioni (1% del peso);. migranti: immigrazione netta di cittadini non comunitari (3% del peso). novità per le imprese. per le imprese e gli imprenditori che beneficiano del sostegno dell'ue, il nuovo quadro offre meno burocrazia, con modalità agevolate per le domande di pagamento e opzioni semplificate in materia di costi. al fine di favorire le sinergie, i sette fondi dell'ue, attuati in collaborazione con gli stati membri ("gestione concorrente"), sono ora disciplinati da un corpus unico di norme. la commissione propone inoltre di alleggerire i controlli per i programmi che hanno registrato buoni risultati, facendo maggiore affidamento sui sistemi nazionali ed estendendo il principio "dell'audit unico" al fine di evitare la duplicazione dei controlli. una maggiore attenzione alle città. le aree urbane diventano più prominenti nella nuova proposta. lo sviluppo urbano e locale appare per la prima volta come un obiettivo specifico. il 6% della dotazione del fondo fesr sarà destinato ad investimenti per lo sviluppo urbano sostenibile a livello nazionale. inoltre, il quadro 2021-2027 introduce anche l'iniziativa urbana europea, un nuovo strumento per la cooperazione, l'innovazione e il rafforzamento delle capacità da città a città, in tutte le priorità dell'agenda urbana dell'ue: integrazione dei migranti, alloggi, qualità dell'aria, povertà urbana e transizione energetica, tra le altre. interreg post 2020. nel periodo 2021-2027 i programmi interreg continueranno ad aiutare gli stati membri e le regioni con 9,5 miliardi di euro provenienti dal fesr. le risorse verranno focalizzate sulle frontiere terrestri tra stati membri, presso le quali si registrano forti interazioni transfrontaliere. gli investimenti sosterranno, in misura maggiore, la cooperazione istituzionale e contribuiranno allo sviluppo di servizi comuni di interesse pubblico. inoltre, la commissione propone il meccanismo transfrontaliero europeo, un nuovo strumento che consente, su base volontaria, di applicare le norme di uno stato membro limitrofo per uno specifico progetto o azione a tempo limitato (ad esempio, ciò potrebbe contribuire a creare più infrastrutture di trasporto o strutture sanitarie transfrontaliere). l'ipotesi di roadmap fino all’approvazione dei por. angelo frascarelli. angelo frascarelli ©riproduzione riservata
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