Dopo lunghi mesi di stallo è stato fatto un ulteriore passo verso l’approvazione della cosiddetta “Legge sul biologico”, già approvata in prima battuta dalla Camera dei Deputati l’11 dicembre 2018.
Il 20 maggio 2021, il Disegno di Legge n. 988 “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico” è stato approvato in Senato, i cui rappresentanti hanno votato favorevolmente in modo bipartisan, con 195 voti a favore, uno contrario ed un astenuto.
La citata Legge sul bio era già passata al vaglio della Commissione Agricoltura di Palazzo Madama lo scorso gennaio, ferma ormai da due anni. Si attende ora che il testo torni alla Camera per una terza lettura, considerando la successiva introduzione di piccole modifiche rispetto alla prima versione già approvata. Così come auspicano le associazioni di settore, considerando l’unanime consenso raccolto, si spera sia solo un passaggio formale e venga presto definitivamente approvata.
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Tra i provvedimenti più attesi c’è l’introduzione di un marchio per il ‘biologico italiano” per prodotti biologici ottenuti esclusivamente da materia prima nazionale che, se utilizzato correttamente, potrà senza dubbio contribuire ulteriormente alla valorizzazione del Made in Italy. Previa intesa in sede di Conferenza permanente Stato-Regioni, verranno stabilite condizioni e modalità di attribuzione del marchio con un decreto ministeriale.
Il Disegno di Legge prevede che venga adottato un Piano nazionale per sostenere lo sviluppo del biologico. Da sottolineare, inoltre, la previsione di costituzione di un tavolo tecnico per la produzione biologica che definisca le priorità del Piano d’azione nazionale.
Un’importante e attesa novità introdotta è stata per la definizione e il riconoscimento dei biodistretti.
Tuttavia, la principale modifica è l’introduzione di un articolo che dà mandato al Governo di realizzare, in diciotto mesi, uno o più decreti legislativi per “procedere a una revisione della normativa in materia di armonizzazione e razionalizzazione sui controlli per la produzione agricola e agroalimentare biologica”. Il Governo sarà dunque chiamato a rivedere le norme in materia di controlli, con interventi volti ad incrementare la trasparenza e la tutela della concorrenza superando ogni forma di conflitto di interesse esistente tra controllori e controllati e rafforzando la fiducia del consumatore e la lotta contro le frodi agroalimentari.
L'unico punto che ha in parte diviso l'Aula in sede di approvazione e successivamente scosso il mondo Accademico è stato l'allineamento previsto dal testo tra agricoltura biologica e biodinamica, oggetto di due emendamenti, entrambi rigettati, presentati dalla Senatrice a vita nonché scienziata Elena Cattaneo per eliminare tale comparazione, definendo l'agricoltura biodinamica come “una pratica esoterica e stregonesca” senza riscontri di carattere scientifico.
L’Italia non può restare indietro ma, al contrario, deve guardare avanti
A prescindere dai contrasti ideologici, l'approvazione in Senato della Legge sul bio amplia lo scenario di opportunità per gli operatori e l’interesse sulle linee di condotta del crescente comparto dell'agricoltura biologica, inoltre, si inserisce in maniera calzante nel più ampio quadro comunitario in pieno fermento per il settore.
La nuova Legge sul bio, tanto attesa dagli operatori del settore, è uno strumento normativo fondamentale per favorire il raggiungimento degli obiettivi prefissati del Green Deal europeo e delle strategie “Farm to Fork” e Biodiversità 2030, favorendo la transizione agroecologica di cui oggi si sente spesso parlare.
L'Italia è tra i leader in Europa nel settore dell'agricoltura biologica: prima per numero di operatori (80.643), terza per superfici (1.993.236 ha) preceduta da Spagna e Francia; prima per numero di ettari destinati ad ortaggi (65.082 ha), cereali (330.284 ha) e oliveti (242.708 ha). (“Bio in cifre 2020” - SINAB).
Il posizionamento dell’Italia nello scenario europeo e mondiale del biologico non può prescindere un’attenzione da parte del legislatore, tramite un costante aggiornamento del quadro normativo di riferimento. L’Italia non può di certo rimanere indietro in un processo ormai avviato che la vede protagonista.
Andrea Cristaldini
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