Lunedì 14 febbraio 2022, dalle ore 11.30 alle ore 13.00, si è tenuta al MIPAAF la videoconferenza di presentazione del “Rapporto ISMEA-Qualivita 2021 sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole DOP IGP STG” organizzata da ISMEA e Fondazione Qualivita.
Nel secondo anno caratterizzato dalla pandemia da COVID-19, i numeri della DOP economy confermano il ruolo strategico che le filiere DOP-IGP esercitano nel territorio italiano, in cui sono giornalmente impegnati circa 200.000 operatori e 286 Consorzi di tutela. Il Rapporto ISMEA-Qualivita accompagna da diciannove anni l’evoluzione del comparto DOP-IGP italiano e anche quest’anno ha confermato come la differenziazione delle produzioni e la qualità che contraddistingue quest’ultime, sono la leva del successo dell’agroalimentare italiano.
Uno sguardo generico
Nel mondo si contano complessivamente 3.249 prodotti DOP-IGP-STG, di cui 3.043 sono registrati in Paesi che rientrano nell’Unione Europea (93,7%). L’Italia si conferma leader indiscusso a livello mondiale in termini di prodotti registrati con 841 IG (27,6% dei prodotti registrati in UE). In particolare, nel 2021 sono stati registrati 43 nuovi prodotti nel mondo, di cui 39 in Europa. L’Italia, anche quest’anno, ha aggiunto tre nuove registrazioni nel comparto cibo: Pistacchio di Raffadali DOP, Pesca di Delia IGP e Olio di Roma IGP.
Le produzioni certificate DOP-IGP (food e beverage) hanno raggiunto in Italia un valore di 16,6 miliardi di euro, registrando una decrescita del -2% rispetto all’anno precedente. Nel dettaglio, il comparto agroalimentare DOP-IGP vale 7,3 miliardi di euro alla produzione e il comparto vitivinicolo (esculo i prodotti sfusi non imbottigliati) 9,3 miliardi di euro.
Negli ultimi dieci anni il trend di crescita non ha mai registrato valori negativi; è pur vero che, nonostante il periodo di emergenza dovuto alla pandemia, la notizia positiva è la conferma della capacità di tenuta del sistema delle produzioni di qualità agroalimentari. Tali produzioni contano per il 19% rispetto al fatturato complessivo generato dall’intero settore agroalimentare italiano. Non si può certo parlare di produzioni di nicchia: un euro su cinque spesi per beni agroalimentari deriva da prodotti DOP-IGP.
Il comparto delle produzioni IG legate al cibo coinvolge in Italia oltre 86.000 operatori, 165 Consorzi autorizzati e 46 Organismi di controllo. Il comparto vitivinicolo italiano DOP-IGP coinvolge oltre 113.000, 121 Consorzi autorizzati e 12 Organismi di controllo.
Focus sulle esportazioni
Le importazioni italiane di prodotti IG hanno raggiunto un valore di 9,5 miliardi di euro e registrano una certa stabilità su base annua, concorrendo per un 20% rispetto al totale dell’export agroalimentare italiano. I comparti del food e beverage registrano tuttavia valori differenti: le produzioni legate al cibo registrano infatti un valore complessivo di 3,92 miliardi di euro, con un incremento del +1,6% rispetto all’anno precedente; al contrario il comparto vino registra un calo del -1,3%, con un valore totale di 5,57 miliardi di euro.
Focus regionale
Il primo dato globale che esce fuori dall’analisi è che in tutte le Regioni e Province italiane c’è un impatto economico, più o meno marcato, delle produzioni DOP-IGP. Le produzioni IG di qualità caratterizzano il bel Paese, dal Trentino-Alto Adige alla Sicilia.
Considerando il valore totale delle produzioni IG, il Veneto si posiziona al primo posto con 3,7 miliardi di euro, seguito da Emilia-Romagna (3,26 miliardi) e Lombardia (2,07 miliardi). La Regione Emilia Romagna si conferma leader nel comparto cibo mentre il Veneto si posiziona al primo posto considerando i prodotti vitivinicoli.
In particolar modo, nelle Regioni del Nord Italia è riconducibile una maggior concentrazione in termini di valore, basti pensare che le prime tre Province per impatto economico delle produzioni DOP-IGP (Treviso, Parma e Verona) generano un impatto economico che va oltre 4 miliardi di euro (Treviso: 1,6 miliardi; Parma: 1,3 miliardi; Verona: 1,2 miliardi). Anche estendendo la ricerca appare evidente come tra le prime venti Province per valore, ben undici sono localizzate nel Nord Italia. Al contrario, se si guardano i trend di crescita, solo la partizione territoriale “Sud e Isole” registra un incremento positivo rispetto all’anno precedente (+7,5%).
Tabella 1.1 - Primi 15 prodotti per valore alla produzione (food)
Fonte: Rapporto ISMEA-Qualivita 2021
Tabella 1.1 - Primi 15 prodotti per valore alla produzione (beverage)
Fonte: Rapporto ISMEA-Qualivita 2021
dott. Andrea Cristaldini
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