La rotazione colturale è una pratica fondamentale e cogente in agricoltura biologica.
Com’è noto, programmare correttamente avvicendamenti contribuisce al mantenimento della fertilità dei suoli e ad evitare fenomeni di “stanchezza” del terreno, con conseguente progressiva perdita di produzione.
In particolare, con il D.M. n. 3757 del 9 aprile 2020, denominato Decreto Rotazioni, è stato modificato in parte il testo del D.M. 6793 del 18 luglio 2018 e sono state introdotte importanti novità.
Il Decreto specifica come “in caso di colture seminative, orticole non specializzate e specializzate, sia in pieno campo che in ambiente protetto, la medesima specie è coltivata sulla stessa superficie solo dopo l’avvicendarsi di almeno due cicli di colture principali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa, coltura da sovescio o maggese. Quest’ultimo con una permanenza sul terreno non inferiore a sei mesi”.
In particolare, “i cereali autunno-vernini e il pomodoro in ambiente protetto possono succedere a loro stessi per un massimo di due cicli colturali, che devono essere seguiti da almeno due cicli di colture principali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa, coltura da sovescio o maggese”.
In tale scenario, a causa dell’emergenza in atto nel territorio ucraino, il 13 aprile 2022 è stata pubblicata la Circolare MIPAAF (prot. n. 169145) che consente, esclusivamente per l’annata agraria in corso, la deroga per la semina di girasole e mais in regime biologico, senza che siano rispettati i due cicli di colture principali di specie differenti negli anni precedenti. Tuttavia, come specificato nella Nota, rimangono validi gli obblighi previsti dal Reg. (UE) 2018/848 in merito alla corretta gestione della fertilità del suolo.
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