Il settore dell’allevamento, compreso quello avicolo, sta soffrendo gli effetti del notevole incremento dei costi di produzione legati principalmente all’aumento di energia e materie prime necessarie per l’alimentazione degli animali.
L’indagine, presentata il 4 maggio a Rimini nel corso del Poultry Forum organizzato a Fieravicola, mostra il trend di consumo delle carni avicole e delle uova.
Lo studio mostra e misura gli incrementi dei costi delle materie prime e dell’energia oltre a dare evidenza della forbice, ulteriormente amplificata, del divario tra il prezzo riconosciuto ai produttori avicoli (per carni e uova) e quello pagato dal consumatore.
Il costo dell’alimentazione animale nel settore avicolo pesa di più sui bilanci aziendali, registrando nel primo trimestre un aumento del +33% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e un ulteriore balzo del 40% ad aprile su base annua.
L’aumento del costo dell’energia nel primo trimestre 2022 (petrolio +65%, gas naturale +400%) e quello delle materie prime (mais +44%, soia +18%, orzo +65%) si sta lentamente trasferendo sui prezzi di vendita lungo la filiera. La domanda, comunque dinamica e interessata, mostra andamenti altalenanti.
Le carni avicole hanno beneficiato negli ultimi cinque anni di un aumento degli acquisti del 9% in quantità e del 19% in valore, mostrando una dinamica molto più favorevole rispetto al comparto delle carni nel loro complesso e un crescente orientamento verso prodotti a maggior valore aggiunto.
Gli acquisti di uova, dopo un quinquennio molto positivo con una crescita della spesa di quasi il 20% e un maggiore orientamento dell'offerta e della domanda verso le tipologie bio e allevate a terra, hanno accusato, nel 2021, una battuta d'arresto perdendo circa il 10% sia a volume che a valore. Una tendenza flessiva che sta proseguendo anche nei primi tre mesi dell'anno in corso ( -9% in volume e -6,8% in valore).
Si conferma positivo il trend per le produzioni biologiche e per gli animali allevati a terra.
Indagine sui consumi per l’aumento dell’inflazione
Con un’ulteriore indagine condotta dal Nielsen Company, ISMEA ha verificato l’impatto dell’inflazione sugli acquisti delle famiglie. L’indagine indica che l’attuale inflazione (+6,2%) inciderà sulle scelte di spostamenti nel tempo libero per un italiano su cinque. Il 12% è disposto a ridurre le spese per i consumi fuori casa e per l’intrattenimento, mentre solo il 2% è disposto a ridurre il costo per il carrello della spesa.
Nonostante la preoccupante situazione economica e politica, gli italiani mantengono alta l’attenzione per la qualità e la salubrità degli alimenti. Pertanto, mentre per alcuni alimenti come pasta, surgelati e passate incide sulle scelte del consumatore il brand, per altri prodotti come frutta, uova, verdura, carne e olio extravergine di oliva prevale l’attenzione per l’origine delle materie prime. In aumento anche l’attenzione sulla sostenibilità dei prodotti. Quindi vi è una grande attenzione per il prodotto italiano, per quelli bio e per quelli da agricoltura sostenibile.
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