Il Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha firmato il Decreto attuativo del Fondo per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari tradizionali e certificati.
Il provvedimento prevede la concessione di un contributo a fondo perduto a favore delle imprese operanti nel settore della ristorazione e nel settore turistico ricettivo, compresi gli agriturismi, che svolgono attività di somministrazione di pasti rientranti nella tradizione culinaria regionale e nazionale.
Evoluzione normativa
Al fine di favorire la transizione ecologica nel settore della ristorazione, l’art. 1, commi 826 e 827, Legge n. 234/2021, c.d. Legge di Bilancio 2022, ha istituito, nello stato di previsione del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, il “Fondo per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari tradizionali e certificati”, con una dotazione di 1 milione di euro per l'anno 2022.
I prodotti tipici che potranno consentire l’accesso al contributo sono quelli individuati dall'art. 8, D.Lgs. n. 173 del 30 aprile 1998, che ne demanda il censimento e la pubblicazione nel Burl alle singole Regioni. Le indicazioni geografiche (DOP, IGT, STG), invece, sono quelle via via identificate e pubblicate dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
La definizione delle agevolazioni e degli incentivi erogabili tramite l’individuazione di un metodo di ripartizione delle risorse individuato dopo la ricognizione delle produzioni e denominazioni agevolabili, nonché dell’ammontare delle risorse attribuito a ciascun territorio saranno definiti con un apposito Provvedimento del Dipartimento delle Politiche Competitive, della Qualità Agroalimentare della Pesca e dell’Ippica, Direzione generale per la Promozione della Qualità Agroalimentare e dell’Ippica.
Il Decreto prevede che le imprese ammissibili al contributo a fondo perduto siano tenute a presentare, direttamente o per il tramite di associazioni di cuochi e ristoratori, un’apposita istanza.
I termini e le modalità di presentazione della domanda di contributo saranno anch’essi definiti dal citato Provvedimento del Dipartimento delle Politiche Competitive, della Qualità Agroalimentare della Pesca e dell’Ippica, Direzione generale per la Promozione della Qualità Agroalimentare e dell’Ippica, da pubblicare entro sessanta giorni dalla data di pubblicazione del Decreto in esame.
I beneficiari del contributo a fondo perduto
Al beneficio in esame possono accedere:
- le imprese di ristorazione con somministrazione di pasti rientranti nella tradizione culinaria regionale e nazionale;
- le imprese ricettive, compresi gli agriturismi, con attività di somministrazione pasti rientranti nella tradizione culinaria regionale e nazionale;
- i pubblici esercizi, comprese scuole ed ospedali, con attività di somministrazione.
Al fine di fruire dell’aiuto, le imprese interessate devono dimostrare di somministrare, alla data di presentazione della domanda, prodotti alimentari tipici provenienti dalla Regione ove è ubicato l’esercizio o, in caso di necessità, da Regioni limitrofe, nonché prodotti ad indicazione geografica e biologici. Le stesse devono poi attestare di promuovere la conoscenza della storia e della cultura enogastronomica di ciascuna Regione e Provincia Autonoma di cui sono espressione i prodotti agricoli tradizionali.
Alla data di presentazione della domanda di contributo, inoltre, l’utilizzo di prodotti alimentari tipici, ad indicazione geografica e biologici deve essere adeguatamente pubblicizzato nell’ambito dell’offerta commerciale di ciascun esercizio pubblico o commerciale di somministrazione, al fine di favorire la conoscenza dei consumatori dei prodotti alimentari tipici di ciascuna Regione italiana.
Modalità di ripartizione del fondo
Il Provvedimento in esame prevede che le risorse del “Fondo per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari tradizionali e certificati” siano ripartite su base regionale, assegnando a ciascun territorio una percentuale dello stesso in base ai seguenti criteri (cui è attribuita pari rilevanza):
- numero di produzioni alimentari tipiche;
- numero di denominazioni protette.
Di conseguenza, le Regioni che presentano un maggior numero di prodotti tipici riconosciuti, beneficeranno di maggiori fondi per le imprese dei relativi territori.
L’ammontare destinato a ciascun territorio regionale è quindi ripartito, in parti uguali, tra i soggetti di ciascun territorio che hanno presentato domanda e che sono stati ritenuti ammissibili e in possesso dei necessari requisiti.
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