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Sono giorni di grande fermento al Parlamento Europeo: a Bruxelles, la materia agricola è al centro delle discussioni, tra le riforme della PAC 2015-2020 e le prime bozze di quella che sarà la nuova PAC post 2020.
La prima notizia è che, qualche giorno fa, il Parlamento Europeo ha votato il testo definitivo del Regolamento Omnibus, il quale contiene la revisione di medio periodo della PAC 2015-2020, con cui saranno rimodulati alcuni istituti in funzione del raggiungimento degli obiettivi della politica agricola comune. Greening, pagamenti diretti, gestione dei rischi: questi sono solo alcuni dei temi riformati dal nuovo regolamento (di cui avevamo dato più ampia notizia qui e qui).
Ora tutte le attenzioni si rivolgono verso il futuro, oltre il 2020, quando dovrà essere varata la nuova PAC che, dai presupposti, potrebbe subire alcuni significativi cambiamenti.
Le istituzioni comunitarie, infatti, si troveranno quasi sicuramente a dover fare i conti con una riduzione delle risorse a disposizione, a causa dell’uscita del Regno Unito dalla UE e dalla necessità dell’Unione di aumentare gli investimenti su altri capitoli di spesa come difesa e presidio dei confini esterni.
Alcune voci parlavano di un possibile taglio dal 15% al 30% delle risorse, taluni addirittura della soppressione del sistema dei pagamenti diretti. Quest’ultima ipotesi è già stata scongiurata nei primi documenti programmatici, in quanto i pagamenti diretti vengono definiti come un elemento essenziale della PAC.
Pare inevitabile, però, che essi verranno rimodulati, perseguendo finalità ridistributive e di riequilibrio tra gli agricoltori. Oggi, infatti, circa l’80% dei contributi è percepito dal 20% degli agricoltori e tale situazione deve essere rivista.
La ridistribuzione dei contributi dovrebbe avvenire sulla base di quattro criteri:
- precedenza alle aziende che producono più posti di lavoro, al fine di evitare effetti negativi sull’occupazione;
- pagamenti decrescenti per ridurre il sostegno alle aziende di grandi dimensioni;
- contributi più elevati o agevolazioni per le aziende di piccole e medie dimensioni;
- sostegno degli agricoltori professionali, a discapito di chi non si guadagna da vivere tramite l’agricoltura.
Tali obiettivi potrebbero essere raggiunti tramite l’uniformazione dei titoli ad un valore medio, nonché per mezzo della fissazione di un tetto ai pagamenti, con la reintroduzione del capping. Tra le proposte ci sono anche la previsione di principi di degressività, al fine di ridurre il contributo per le grandi aziende, nonché l’attribuzione di un premio aggiuntivo per i primi 30 ettari, a vantaggio delle piccole realtà.
Un altro profilo che sarà sicuramente oggetto di revisione sarà il greening, il quale, dovrà assicurare un effettivo vantaggio per l’ambiente ed il clima. Così come strutturato oggi, infatti, il sistema è oggetto di diverse critiche: anche la Corte dei Conti UE ha affermato che, per la quantità di risorse allocate, tale misura non sta producendo risultati tangibili.
Un altro tema riguarda la distribuzione delle risorse e il diretto coinvolgimento dei singoli Stati membri. Se, da un lato, sembra scongiurata la parziale nazionalizzazione del regime dei pagamenti diretti, pare che dal 2020 gli Stati dovranno approvare un piano strategico nazionale che, in forza delle specificità territoriali e sociali, dovrà fissare finalità e strumenti per il perseguimento degli obiettivi comuni fissati dalla PAC.
Inoltre sembra che la UE voglia ridurre le differenze tra gli Stati membri, riconducendo ad uguaglianza gli importi dei pagamenti diretti. Per l’Italia non si tratta però di una buona notizia, visto che qui gli agricoltori beneficiano di un pagamento più elevato rispetto alla media comunitaria.
Tra gli strumenti di cui si vuole dotare la nuova PAC ci saranno, oltre a quelli volti al sostegno del reddito, strumenti per la gestione dei rischi legati alla volatilità dei prezzi e ai cambiamenti climatici. Inoltre, c’è la volontà di aiutare gli agricoltori ad aumentare i propri introiti provenienti dal mercato tramite specifiche misure.
Non sarà una sfida facile per il legislatore disegnare una PAC che mantenga alto il livello di sostegno, senza tralasciare temi importanti come crescita intelligente, cambiamenti climatici, bioeconomia, migrazioni, innovazione, economia digitale, cibo e salute: queste rappresentano le nuove sfide dell’agricoltura di domani.