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Dopo il grande spavento, agricoltori ed operatori tirano un sospiro di sollievo: la paralisi dei contributi comunitari a causa della nuova disciplina antimafia sembra, per ora, scongiurata.
Ciò non era per nulla scontato, in quanto alla luce delle disposizioni introdotte dalla L. 161/2017 è stato introdotto l’obbligo di presentazione della certificazione e dell’informativa antimafia per tutti i terreni agricoli, a qualunque titolo acquisiti, che usufruiscono di fondi europei.
In base a tale previsione, qualunque soggetto percettore di contributi PAC doveva presentare tali documenti, per il cui rilascio da parte delle Prefetture sono richiesti tempi piuttosto lunghi, pena la perdita dei contributi.
Il rischio era quello di paralizzare proprio le Prefetture, bloccando, a cascata, anche gli enti pagatori. Fortunatamente, il legislatore ha posto dei temperamenti alla norma, introducendo alcune modifiche in sede di Legge di Bilancio.
Con il comma 1142 della L. 205/2017, infatti, sono stati introdotti diversi limiti all’applicabilità della norma. Il primo consiste nella fissazione della soglia di 25.000 euro di contributi percepiti. Chi ha ricevuto o riceverà contributi inferiori a tale somma, infatti, sarà esentato dalla presentazione della documentazione antimafia fino al 31 dicembre 2018: l’obbligo, quindi, decorrerà a partire dal 2019.
Per i percettori di somme superiori a 25.000 euro, invece, l’obbligo di presentazione della documentazione antimafia è vigente a partire dalla data di entrata in vigore della L. 161/2017, ossia dallo scorso 19 novembre.
La Legge di Bilancio, però, ha introdotto un’ulteriore precisazione: nessun obbligo della documentazione antimafia è previsto per le domande presentate prima del 19 novembre. Pertanto, se un agricoltore avesse presentato domanda per 100.000 euro di contributi il 18 novembre, questi non sarebbe obbligato alla presentazione di alcunché.
Alla prova dei fatti, quindi, è stata ridotta di molto la portata di una norma che, da un giorno all’altro, aveva introdotto obblighi gravosi e suscettibili di creare serie conseguenze nel mondo agricolo. Nella sua forma attuale, invece, il nuovo obbligo di presentazione della documentazione antimafia, pur sensibilmente esteso rispetto alla disciplina previgente, pare decisamente più sostenibile per tutte le parti in gioco.
Ora spetta agli agricoltori e ai loro consulenti attivarsi per non farsi trovare impreparati.