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La riforma della PAC in vista del 2020 non è l’unico dei temi di cui si sta occupando in queste settimane la Commissione Europea: tra le questioni oggetto di discussione, infatti, c’è anche la ventilata riforma degli aiuti “de minimis”.
Si tratta di una forma di sostegno molto diffusa, la quale, in base all’attuale normativa, permette ai singoli Stati di erogare, alle aziende agricole, contributi di piccolo importo senza previa notifica alla Commissione Europea.
Tale procedura abbreviata si è dimostrata negli anni particolarmente utile, in quanto consente alle autorità nazionali di reagire con tempestività ad eventuali emergenze o problematiche contingenti che vengano a verificarsi.
Tuttavia, il regime del “de minimis” presenta dei paletti piuttosto ristretti, allo scopo di evitare che la proliferazione degli aiuti di Stato possa causare distorsioni al regime di libera concorrenza all’interno dell’Unione Europea. È proprio su tali limiti, però, che la Commissione sta pensando di intervenire.
Innanzitutto, è al vaglio l’aumento del limite massimo di contributi erogabili: esso dovrebbe passare da 15.000 a 25.000 euro in un triennio per ogni azienda. L’innalzamento di tale soglia permetterà quindi alle aziende agricole di poter accedere ad una maggiore quantità di bandi e alla percezione di una maggiore quantità di aiuti rispetto al regime attualmente vigente.
Le modifiche riguarderanno anche la politica economica nazionale: la riforma comporterebbe l’aumento dell’importo massimo nazionale all’aiuto all’1,5% della produzione agricola annua nel corso del triennio di riferimento (attualmente tale percentuale è all’1%). Inoltre, sarebbe stabilito che non potrebbe essere destinato al settore dell’agricoltura più del 50% del totale degli aiuti “de minimis” concessi da ogni singolo Stato.
Le novità dovrebbero riguardare anche una significativa spinta, a livello comunitario, verso la tenuta di registri degli aiuti che consentano un più semplice controllo della situazione di ogni singolo soggetto e una più veloce fornitura dei contributi. In tal senso, si segnala che in Italia è già attivo un Registro Nazionale in cui sono conteggiati gli importi degli aiuti statali, regionali e locali percepiti da ogni agricoltore, grazie a cui è possibile monitorare ogni singola situazione quasi in tempo reale e valutare tempestivamente la capienza di ogni richiedente degli aiuti.
Tale proposta di modifica della disciplina degli aiuti “de minimis” è attualmente al vaglio delle istituzioni comunitarie, che l’hanno recentemente sottoposta ad una pubblica consultazione da parte degli Stati membri.
Conclusasi tale fase di consultazione, a breve la Commissione dovrebbe mettersi al lavoro per portare a termine il processo di riforma del sistema.