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Dopo lunghi anni di attesa e di incertezze, presto potrebbe arrivare il decreto che, una volta per tutte, dovrebbe fissare le regole per la revisione obbligatoria dei mezzi agricoli.
Si tratta di una questione aperta nel 2012, poi prorogata svariate volte, ma su cui, a distanza di quasi quattro anni, nonostante i termini ormai scaduti e le sanzioni previste per i soggetti inadempienti, il Governo non ha ancora adottato i decreti attuativi necessari a mettere a regime il sistema. Almeno fino ad oggi.
L’introduzione dell’obbligo di revisione dei trattori e delle macchine agricole risale al 2012, introdotta dalla Legge di Stabilità che annunciava la modifica della disciplina del Codice della Strada, operata poi con il successivo Decreto Sviluppo, che fissava al 1° gennaio 2014 il primo termine per regolarizzare la posizione di tutte le macchine agricole immatricolate.
Come facile intuire, tale termine è stato poi più volte prorogato, fino all’arrivo del decreto 20 maggio 2015, il quale fissava nuove scadenze per la regolarizzazione delle macchine. In particolare, il termine per adempiere all’obbligo di revisione era fissato:
Tale procedura di revisione avrebbe dovuto essere effettuata con cadenza quinquennale, secondo le regole e le modalità fissate da uno specifico e successivo decreto. Decreto che, però, non è mai stato approvato dal Governo e tale inerzia ha provocato il blocco dell’intero sistema.
Blocco che, però, non ha fermato l’impianto sanzionatorio che, per i mezzi non in regola, prevede sanzioni amministrative da 85 a 338 euro, nonché il ritiro della carta di circolazione o del certificato di idoneità tecnica del mezzo. Fortunatamente, sono poche le sanzioni e le contestazioni di cui si ha notizia finora, ma tutti i proprietari di mezzi agricoli immatricolati prima del 1990, ad oggi, sono fuorilegge. Ma, forse, ancora per poco.
La notizia è che in questi giorni è al vaglio della Corte dei Conti il nuovo decreto ministeriale che dovrebbe fissare i nuovi termini per la regolarizzazione delle revisioni dei mezzi agricoli, rimettendo in moto l’intera macchina normativa.
Tale decreto dovrebbe unificare tutte le scadenze precedentemente fissate, fissando i nuovi termini ultimi per revisionare:
Tali termini dovrebbero esser i seguenti:
L’approvazione di questo decreto, però, non risolverà il nodo centrale, ossia quello relativo alle modalità della revisione, ai controlli richiesti e ai requisiti richiesti per i soggetti che dovranno svolgere tali attività, i quali saranno oggetto di un successivo provvedimento.
Tra i temi, poi, occorrerà tenere conto della tipologia e dell’analiticità dei controlli effettuati, tenendo conto del fatto che, in poco più di un anno (per quanto veloce si svolgerà l’iter di formazione del richiamato decreto), saranno oltre due milioni i veicoli che dovranno essere sottoposti a revisione.
Pertanto, occorrerà grande attenzione da parte del legislatore nel definire tempi e modalità, per provare a chiudere il cerchio di quella che, ormai, rappresenta uno dei capitoli più tristi della storia dell’agricoltura italiana.