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Da qualche tempo, anche tra i produttori agricoli italiani si è avvertita la necessità di diversificare le proprie produzioni in favore di nuove colture emergenti ad elevato valore aggiunto. Una tra queste è la Paulownia, pianta che ben si presta a numerosi impieghi, spesso complementari tra loro.
Conosciuta anche con il nome di “albero della principessa”, la Paulownia è una pianta di origini asiatiche che compare in Europa agli inizi del 1800 e viene utilizzata, prevalentemente, per la produzione di legno pregiato di cui l’Italia è un importante importatore.
I diversi utilizzi e tutte le potenzialità legate a questa coltura sono stati studiati dai centri di ricerca e da specialisti del settore che hanno delineato un quadro sorprendente.
La Paulownia è l’albero con la più veloce crescita nel mondo, tant’è che, se coltivata in condizioni corrette, può superare un’altezza di 15 metri in soli 3 anni.
Tra le più importanti qualità, e anche quella più conosciuta, c’è la leggerezza, la resistenza e la flessibilità del legno prodotto che viene utilizzato nel vasto settore dell’edilizia, dalle travi fino ai pannelli isolanti; nell’industria della sfogliatura per rivestire altri legnami meno pregiati; nell’arredamento navale, nella costruzione di giocattoli, di oggettistica in generale e strumenti musicali.
Le potenzialità di quest’albero, però, sono molto più ampie e la pianta può essere impiegata in ogni sua parte.
Per esempio, dal punto di vista ambientale, la pianta ha una straordinaria capacità di assorbimento del biossido di carbonio e polveri sottili e restituisce ossigeno nell’atmosfera. Si pensi che ogni ettaro di piante assorbe in un anno 1.200 tonnellate di biossido di carbonio (pari alle emissioni rilasciate da un’auto in 100.000 Km percorsi).
Inoltre, grazie alle radici fittonanti a rapidissimo sviluppo, si possono consolidare le zone franose.
La Paulownia può rappresentare un’opportunità per gli imprenditori agricoli intenzionati a diversificare le proprie produzioni per migliorarne il reddito.
Gli agricoltori, infatti, non dovrebbero valutare tutti i benefici e gli utilizzi che possono derivare dalla coltivazione di questa pianta tenendo ben presente i seguenti aspetti:
Dal punto di vista tecnico, anche i metodi di coltivazione non sono particolarmente difficoltosi. La pianta richiede un’accurata mano d’opera solo per i primi due anni: il primo anno è dedicato alla messa a dimora, dell’attecchimento e della crescita; il secondo anno, invece, si caratterizza per il taglio e tutta la cura per la scelta del pollone.
La pianta, in tutto il periodo, dalla piantumazione al taglio, deve essere adeguatamente irrigata e concimata avendo bisogno di circa 1000/1500 mc annui di acqua al netto delle precipitazioni. Proprio per questo, il terreno deve essere drenato e privo di falde acquifere superficiali.
Le lavorazioni vanno eseguite nei mesi in cui il terreno si trova nella condizione di TEMTERA, cioè quando il grado di umidità del terreno è tale da agevolare la penetrazione degli organi lavoranti creando zolle che si sgretolano facilmente ed una condizione di sofficità.
Essendo considerata una coltura nuova, ancora forse troppo poco conosciuta, è stata costituita una rete in grado di dare i giusti riferimenti per aiutare i produttori a coltivarla e venderla: “Paulownia - Crescere in Rete”.
La rete supporta i produttori nell’acquisto delle piante e dei prodotti per la loro crescita e si occupa dello scambio di informazioni per ottimizzare i risultati attesi mettendo, inoltre, a disposizione consulenti tecnici specializzati per favorire la miglior coltivazione.