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Poniamoci una domanda: ci sono le condizioni per incrementare la redditività dell’azienda nel caso della realizzazione di un impianto biogas che valorizzi il potere energetico degli effluenti zootecnici prodotti in stalla[1]?
Il ruolo della produzione di energia rinnovabile attraverso la digestione anaerobica può essere decisivo per aumentare la redditività degli allevamenti e proporre soluzioni per il problema della gestione degli effluenti, nel caso di significativi esuberi rispetto ai terreni a disposizione per gli spandimenti.
Tra gli elementi decisivi per l’attivazione di un impianto, è determinante il valore e la durata degli incentivi finanziari per la produzione di energia prodotta e ceduta al gestore di rete. Il nuovo periodo di incentivazione è in vigore dal 2019, prendendo a riferimento i valori proposti dal Decreto ministeriale 23 giugno 2016; si ricorda al lettore: (A) incentivo pari a 0,233 euro/kWh per potenza < 300 kW; (B) durata 20 anni.
Per quanto riguarda la biomassa utilizzata, le classi degli incentivi evidenziano la volontà di premiare i progetti che utilizzano, soprattutto, sottoprodotti agro-zootecnici ed agro-alimentari.
Nella Rivista si vuole proporre un percorso di analisi che, partendo dalla formulazione e dalla riclassificazione del conto economico di un impianto di 99 kWe e seguendo l’intero processo di gestione del refluo ottenuto, possa arrivare a presentare soluzioni alternative al solo costo di adeguamento alla normativa di spandimento dei liquami, per una migliore efficienza nel contenimento dell’azoto in esubero.
La valutazione economica si sviluppa definendo l’utile conseguibile dalla gestione dell’impianto biogas, parametrizzato anche secondo una scala monetaria comune (ad esempio, euro/capo, euro/kg carne, euro/kg latte); tale approccio consente di procedere attraverso la filiera al fine di rilevare i momenti in cui si può attribuire all’impresa zootecnica un vantaggio identificato come differenza positiva tra ricavi e costi, come viceversa, i punti di maggiore criticità.
La rilevanza dello studio consente all’imprenditore di fare alcune considerazioni di sintesi; dalle analisi condotte sia verificando la bibliografia esistente, sia in campo, si è calcolata una redditività del capitale investito (ROI – return on investment) superiore al 12%, che per il settore è indubbiamente molto interessante, fino ad utile che supera i 63.000 euro/anno. Nell’articolo della Rivista saranno presentati gli elementi procedurali e metodologici che hanno condotto a tale risultato ed ai punti di forza e di debolezza dell’investimento, che serviranno al Lettore per orientarsi.
Indubbiamente, si può asserire che la produzione di energia rinnovabile attualmente può risultare un’occasione per gli agricoltori che possono trovare nuovi sbocchi, soprattutto, per i sottoprodotti e gli scarti/reflui agro-zootecnici, che risultano essere spesso un problema di non agevole gestione.
Ogni considerazione finale sulla convenienza economica, tuttavia, deve essere attentamente inserita nell’ambito rurale in cui l’impianto è progettato e verificare quale sia la reale disponibilità di biomassa selezionata per l’impianto e la relativa organizzazione per l’approvvigionamento (nello specifico se aziendale ovvero se il conferimento avviene dall’esterno).
Queste valutazioni, come detto, sono il frutto di un esercizio teorico e bibliografico applicato ad un reale caso di studio che, tuttavia, non può essere riportato in qualsiasi contesto aziendale; si intende, a tal proposito, che modificare alcuni parametri relativi alle principali variabili potrebbero mutare anche radicalmente le precedenti considerazioni; in particolare, si pensa all’aumento della distanza per l’approvvigionamento della materia prima e/o della distribuzione del digestato, ai costi degli affitti dei terreni e della concessione per lo spandimento del digestato, al costo del denaro per leasing e/o per mutui, ecc.
Proprio alcune di queste condizioni potrebbero essere la causa di riduzione del margine di profitto dell’impresa, compromettendo la convenienza economica complessiva dell’operazione di investimento.
Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari – Università degli Studi di Bologna
[1] Questa circolare propone alcune sintetiche indicazioni di natura economica per quanto la realizzazione di “piccoli” impianti biogas in aziende zootecniche che saranno sviluppate in un articolo di approfondimento nella Rivista ConsulenzaAgricola n. 10/2019 .