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Il Governo sta lavorando alla gestione del periodo post emergenziale, che dovrà riportare il Paese alla normalità, dopo le misure che hanno imposto la chiusura di molte attività ed il distanziamento sociale per il contenimento dell’epidemia virale. Ma la decisione finale dipenderà dai dati epidemiologici rilevati quotidianamente.
In base alle stime dell’ISTAT, l’insieme dei settori attualmente attivi comprende 2,3 milioni di imprese (il 51,2% del totale). Tali aziende occupano 15,6 milioni di lavoratori (66,7% del totale), mentre i lavoratori sospesi ammontano a circa 7,8 milioni (33,3%).
In questo periodo di lockdown, nonostante l’adozione di lavoro a distanza, ferie e permessi, circa il 25% dei lavoratori hanno continuato a lavorare presso la propria sede lavorativa.
A partire dal prossimo 27 aprile si prevede, per ora, l’apertura di alcune attività a basso rischio (si veda classificazione INAIL) che abbiano adottato i protocolli definiti lo scorso 14 marzo insieme ai sindacati.
Dal 4 maggio apriranno altre attività per poi procedere, tra l’11 e il 18 maggio, all’apertura graduale di negozi e ristoranti, garantendo il distanziamento sociale ed evitando assembramenti.
L'allentamento delle misure restrittive dovrebbe coinvolgere al massimo 2,7 milioni di lavoratori.
Dal 4 maggio dovrebbero essere rimosse le limitazioni agli spostamenti in altri comuni purché nell’ambito della stessa Regione. Gli spostamenti fuori Regione saranno probabilmente ancora soggetti alle attuali limitazioni, continuando ad impedire a molti i lavoratori, in particolare del settore ricettivo turistico, il rientro nella propria residenza, sita in altre regioni, a seguito delle modifiche introdotte dal DPCM del 22 marzo scorso.
Si prevede un graduale allentamento delle limitazioni con un attento monitoraggio della curva epidemiologica e dell’insorgere di possibili nuovi focolai.
Sarà pertanto necessario il monitoraggio tempestivo dei soggetti a rischio, quindi dovranno essere effettivamente disponibili mezzi di rilevazione del contagio (tamponi, analisi, ecc.).
Anche l’informatica, attraverso apposite applicazioni per smartphone, potrà consentire il monitoraggio dei contatti tra le persone, al fine di creare un sistema di allerta rapido destinato ad informare i possibili “contagiati”.
Tra i nodi da sciogliere, oltre a misure preventive per i lavoratori ultrasessantenni, vi è quello della chiusura di scuole e asili, per ora non inclusi tra i servizi riattivabili. Senza l’avvio anche di servizi, è difficile ipotizzare ad un ritorno ad una operatività accettabile in tutti i settori.
Tra le proposte vi è quella di mettere in campo strumenti elastici, non vincolanti, che possano permettere alle imprese l’adozione di turnazioni ed assunzioni temporanee che, da un lato garantiscano la continuità aziendale, dall’altro non pregiudichino i diritti dei lavoratori attualmente impegnati a garantire la cura dei figli e dei propri familiari.