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Nel provvedimento che dovrebbe dare inizio alla tanto attesa “fase 2” si allentano, molto lentamente, le misure per il contenimento della diffusione dell’epidemia da Coronavirus. Le disposizioni appena emanate avranno efficacia dal 4 maggio al 17 maggio e già ci si interroga sui provvedimenti successivi, schematizzati nell’allegato 10 al DPCM.
Il DPCM, diffuso ieri dalla Presidenza del Consiglio, mostra piccoli nuovi segnali di apertura e riporta il nuovo protocollo condiviso del 24 aprile scorso, contenente le misure per il contenimento della diffusione del COVID-19 negli ambienti di lavoro.
Dal 4 maggio continueranno le restrizioni alla mobilità delle persone, i cui spostamenti saranno consentiti per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o per motivi di salute, a cui si aggiungono gli spostamenti per incontrare i congiunti, a patto che si rispetti il divieto di assembramento ed il distanziamento interpersonale, utilizzando i dispositivi di protezione delle vie aeree.
Lo spostamento in altre Regioni, rispetto a quelle in cui ci si trova, oltre che per ragioni di lavoro, di assoluta urgenza o di salute, sarà concesso anche per il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.
Nel rispetto del divieto di assembramento e distanziamento, sarà concesso l’accesso a parchi e giardini e sarà concesso l’esercizio di attività sportive individuali, ma non di attività ludiche o ricreative.
Una delle fasi più critiche da gestire sarà quella della mobilità con mezzi pubblici che potranno essere accessibili previo utilizzo delle mascherine e con un numero di fruitori tale da garantire le distanze minime per limitare il rischio di contagio. Pertanto, con l’avvio graduale delle attività, il trasporto pubblico dovrà essere riorganizzato e potenziato.
Per le attività commerciali al dettaglio resta confermata la sospensione generale, salvo per quelle di vendita di generi alimentari e di prima necessità individuate nell’allegato 1 del DPCM.
Salvo l’attività con consegna a domicilio, bar e ristoranti resteranno chiusi. Sono ammesse le attività di somministrazione per mense e catering continuativo su base contrattuale. Queste ultime dovranno garantire la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.
Per le attività produttive, ad esclusione di quelle indicate nell’allegato 3 del DPCM del 26 aprile 2020, dal prossimo 4 maggio, per due settimane, non sono previste ulteriori aperture.
Ricordiamo che, tra le attività che sono ammesse, vi rientrano le attività di coltivazione e produzione agricola, allevamento, caccia e servizi connessi, la silvicoltura ed utilizzo di aree forestali, la pesca e l’acquacoltura. Inoltre, sono ammesse anche le attività di cura e manutenzione del verde.
Le attività non sospese dovranno attenersi al protocollo per il contrasto al contenimento della diffusione del COVID-19, condiviso con le parti sociali, così come approvato ed aggiornato lo scorso 24 aprile.
Si dovrà agevolare, ove possibile, il lavoro agile e la fruizione di ferie e permessi. I datori di lavoro dovranno informare e formare il personale, adottare protocolli di sicurezza anti-contagio e attuare le misure necessarie per il contenimento del rischio (misurazione della temperatura corporea, distanziamento, sanificazione degli ambienti, installazione di barriere, ecc.).
Il DPCM, con l’intento di dare evidenza della possibile evoluzione della crisi epidemiologica, attraverso uno schema riportato nell’allegato 10, descrive le possibili fasi successive, in funzione dell’avverarsi di alcune condizioni.
Nello schema è previsto che, qualora dopo un iniziale miglioramento della diffusione epidemiologica, vi fossero delle ricadute espansive della diffusione del virus, saranno adottati i provvedimenti più restrittivi previsti per le fasi già precedentemente superate.
Nel documento non sono date indicazioni temporali, ma ogni fase sarà conseguente al raggiungimento di specifici obiettivi che dovranno salvaguardare la positiva progressione della crisi epidemiologica ed il relativo monitoraggio.