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La Regione Emilia Romagna, con apposita Delibera della Giunta regionale, consente agli agriturismi l’asporto e la consegna a domicilio dei pasti anche post-emergenza COVID-19.
Come sappiamo, la disciplina dell’agriturismo, introdotta nel nostro ordinamento dalla Legge n. 96 del 20 febbraio 2006, stabilisce che siano le singole Regioni a svolgere funzioni normative, di programmazione, indirizzo e coordinamento dell’attività agrituristica.
In Emilia Romagna, fino a prima dell’emergenza sanitaria dovuta al COVID-19, gli agriturismi potevano somministrare pasti e bevande esclusivamente in loco, così come espressamente stabilito dal legislatore, e, quindi, non era possibile effettuare la vendita di pasti da asporto con eventuali consegne a domicilio.
A seguito della chiusura delle attività dovuta al lockdown, la Regione Emilia Romagna ha attivato un complesso di interventi urgenti, finalizzati a sostenere le imprese agricole ed agroalimentari che devono rispondere alle nuove esigenze dei consumatori, di fronte all’emergenza sanitaria che ha profondamente modificato le abitudini di acquisto.
Tra le varie misure introdotte era stata data la possibilità agli imprenditori agricoli di effettuare la vendita di pasti e bevande anche da asporto, ma tale disposizione sembrava limitata al solo periodo di emergenza sanitaria.
Con la Delibera regionale n. 720 del 22/06/2020, la Giunta ha modificato definitivamente la Legge Regionale n. 4 del 31 marzo 2009 stabilendo che “alla lettera b) del comma 2 dell’articolo 3 della legge regionale 31 marzo 2009, n. 4 “Disciplina dell'agriturismo e della multifunzionalità delle aziende agricole” dopo la parola “bevande” sono inserite le parole “, compresa la vendita di pasti da asporto, anche con consegna a domicilio”.
In altre parole, ora è consentita agli agriturismi la vendita di pasti da asporto anche con consegna a domicilio, nel rispetto di alcuni limiti.
Le nuove Disposizioni regionali, infatti, prevedono che l’attività di somministrazione e di vendita da asporto da parte dell’impresa agrituristica è ammessa nei limiti determinati dalla disponibilità della materia prima agricola aziendale, dall’idoneità sanitaria dei locali utilizzati e comunque per un volume non superiore alla media di cinquanta pasti giornalieri su base mensile.
Quindi, d’ora in poi, gli agricoltori si potranno organizzare per raggiungere le famiglie con prodotti freschi e piatti del territorio, anche con consegne a domicilio.