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Il Rapporto annuale sul comparto dell'agricoltura biologica ''Bio in cifre 2020'', pubblicato nei giorni scorsi, mostra un buon stato di salute del settore bio in Italia.
I dati elaborati dal SINAB (Sistema di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica) per il MIPAAF, relativi all’anno 2019, dimostrano la crescita del settore: dal 2010, il numero degli operatori è cresciuto del 69%, mentre gli ettari di superficie biologica coltivata sono aumentati del 79%.
Il Rapporto "Bio in cifre 2020” contiene i dati essenziali sul settore nel 2019: mercato, superfici e produzioni del biologico italiano, con le tendenze e gli andamenti storici.
In Italia si è arrivati a sfiorare i 2 milioni di ettari di superfici biologiche, con un incremento rispetto al 2018 di quasi il 2% di SAU e un aumento di 35.000 ettari in dodici mesi: una crescita non solo in termini di superfici ma anche di soggetti coinvolti nel settore, che sono saliti a 80.643 unità, con un incremento rispetto all’anno precedente del 2%.
L’incidenza della superficie biologica nel nostro Paese ha raggiunto, nel 2019, il 15,8% della SAU nazionale e questo posiziona l’Italia di gran lunga al di sopra della media UE, che nel 2018 si attestava al 7,5% (Fonte: SINAB - Sistema di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica).
I consumi domestici di alimenti biologici raggiungono la cifra record di 3,3 miliardi, spinti da una crescita del 4,4% nei dodici mesi che finiscono a giugno 2020, sotto la spinta della svolta green degli italiani, favorita dall’emergenza COVID.
Da sottolineare, peraltro, l’aumento delle importazioni di prodotti biologici da Paesi extracomunitari, con un incremento complessivo del 13,1% delle quantità totali nel 2019 sul 2018. I cereali, le colture industriali e la frutta fresca e secca sono le categorie di prodotto biologico più importate, con un'incidenza rispettivamente del 30,2%, 19,5% e 17,0%. I tassi di crescita delle importazioni bio più rilevanti si sono avuti per la categoria delle colture industriali (+35,2%), dei cereali (16,9%) e per caffè, cacao, zuccheri, tè e spezie (+22,8%).