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''Sull'agricoltura manteniamo fede agli impegni presi con l'Europa. Il conflitto non sia motivo per venire meno agli accordi''.
In data 15 marzo 2022, le principali associazioni del mondo ambientalista, dell’agricoltura biologica e dei consumatori hanno trasmesso una lettera al Presidente del Consiglio Mario Draghi e ai Ministri Stefano Patuanelli (MIPAAF) e Roberto Cingolani (MITE), appellandosi al rispetto degli impegni presi in sede europea per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi delineati con le strategie “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030”, nonché con la nuova programmazione della PAC post 2022.
L'Europa dell'Est è un'area strategica per quanto riguarda la produzione di cereali, frumento e mais in particolare, e di oli vegetali; un ruolo determinante lo gioca sicuramente l’Ucraina, considerata il granaio europeo. Lo scatenarsi del conflitto in Ucraina ha generato senza dubbio conseguenze sulle dinamiche e la tenuta del sistema agroalimentare europeo; ciò che è stato immediatamente percepito, anche in Italia, è l’aumento dei prezzi delle commodities agroalimentari, in particolar modo frumento tenero, oli vegetali e mais. La guerra ha avuto e sta tutt’ora avendo pesanti ripercussioni sulla produttività in Ucraina e anche sulla capacità di importare ed esportare materie prime, non solo a causa degli scontri bellici, ma anche perché in molti casi manca forza lavoro e specifici input come carburante, fertilizzanti e agrofarmaci per proseguire e portare a compimento le attività agronomiche.
Nella lettera trasmessa viene espressa preoccupazione per le recenti dichiarazioni rilasciate, anche da esponenti politici e rappresentanti del mondo agricolo, che richiedono all’Europa una rivisitazione e rimodulazione degli obiettivi imposti con le strategie “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030” e con la nuova programmazione della PAC (2023-2027). Le associazioni chiedono a gran voce di affrontare questa crisi degli approvvigionamenti e il rincaro dei prezzi individuandone in maniera approfondita le cause scatenanti (aggravate dalla guerra in Ucraina), senza compromettere il nuovo modello di transizione ecologica dell’agricoltura e, più in generale, dei sistemi agroalimentari.
Ciò che viene descritto è un quadro ben più “delicato”, in cui la debolezza dei sistemi agroalimentari europei, caratterizzati da una marcata dipendenza da fattori produttivi e materie prime, è già da tempo nota ed ancora più evidente dagli effetti, ormai tangibili, dei cambiamenti climatici, della pandemia da COVID-19 e dal conflitto tutt’ora in corso in Ucraina. Pratiche agricole sostenibili, si legge, “rappresentano l'unica via per garantire la sicurezza alimentare a lungo termine e la sostenibilità generale dei sistemi agroalimentari”.
Le associazioni sottolineano la non consapevolezza e l’irresponsabilità da parte di alcuni di fronte alla crisi ambientale che stiamo vivendo, con il tentativo di strumentalizzare la guerra come pretesto per ostacolare la transizione verde delineata con le strategie “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030”. Ciò di cui invece ci sarebbe bisogno è una visione strutturata e proiettata nel lungo periodo tramite “una radicale riforma dei nostri sistemi agroalimentari, promuovendo modelli produttivi e di consumo più resilienti e sostenibili”.
Ciò che viene richiesto, riassumendo, è di non perdere il focus sull’importanza degli obiettivi del Green Deal, che non devono essere visti come un limite o addirittura causa di un problema, bensì come un’opportunità per rendere l’Europa più resiliente e ben posizionata per affrontare le crisi future.
Infine, consapevoli dei problemi che si stanno verificando nel breve periodo, soprattutto a scapito delle aziende più piccole e vulnerabili, gli scriventi richiedono un sostegno economico contingente per affrontare nell’immediato la crisi attuale legata alla diminuzione degli approvvigionamenti e all’aumento dei prezzi delle materie prime agroalimentari.
Le associazioni firmatarie sono le seguenti:
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