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Sono molte le cause che hanno portato alla scarsità di fornitura dei semiconduttori. Mentre questa prosegue a livello mondiale, quasi tutti i dirigenti del settore tecnologico si chiedono: quando finirà? La realtà è che probabilmente non cesserà a breve.
Questo problema investe non solo le singole aziende, ma l’intera Europa, politicamente ed economicamente.
Di questo ha parlato, lo scorso ottobre, la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, nel discorso di apertura del Digital Summit di Tallin, in Estonia.
Ha fatto presente che “senza chip non c’è economia moderna. Basta guardare alla Russia. Con le nostre sanzioni, abbiamo vietato tutte le esportazioni di semiconduttori. L’impatto è ormai tangibile. Le forze armate russe cannibalizzano lavatrici e frigoriferi nel tentativo di ottenere semiconduttori per il loro hardware militare”.
L’obiettivo dell’Europa, in questo, ha continuato, è “aumentare la nostra quota di mercato globale al 20% entro il 2030. E abbiamo tutto ciò che serve per raggiungere questo obiettivo. Abbiamo strutture di ricerca di livello mondiale, ma questo non è sufficiente per creare l’ecosistema necessario. Per questo, la nostra Legge sui chip europei mobilita miliardi di investimenti per lo sviluppo e la produzione di massa di chip di nuova generazione”.
I fattori che condizionano la fornitura dei semiconduttori sono molteplici: da una parte, eventi straordinari, come le chiusure legate al COVID-19 e alle condizioni meteorologiche estreme, provocano blocchi a breve termine; dall’altra, ci sono debolezze strutturali nella catena di fornitura, che hanno causato diverse carenze tecnologiche. Queste, spesso, si sono manifestate in modo disomogeneo, influenzando quasi tutti i mercati finali.
Ogni mercato ha una propria tempistica di risoluzione e, di conseguenza, alcune aziende stanno iniziando a vedere un miglioramento già da quest’anno, mentre altre potrebbero dover aspettare fino al 2024 (e persino oltre).
Tre sono i fattori che determineranno la velocità di uscita dall’attuale condizione riguardo ai chip:
Questi fattori sono in gran parte fuori dal controllo dei dirigenti del settore tech, ma, dopo due anni di caos, alcune aziende tecnologiche stanno finalmente iniziando a vedere un po’ di sollievo. La ripresa sarà incerta, ma è chiaro che, a livello globale, le aziende continuano a destinare una gran parte delle proprie risorse economiche all’adozione di nuove tecnologie, stabilendo un trend positivo che ha visto una crescita del 20% circa, dal 2018 al 2022, con previsioni di incremento di un ulteriore 20% entro il 2026.
Per poter cogliere le opportunità future, sarà assolutamente imprescindibile, per le realtà tech, adottare rapidamente alcune misure concrete per proteggersi dalle interruzioni delle catene di fornitura: progettare prodotti resistenti e flessibili, valutare regolarmente i rischi e rinnovare il proprio modello operativo.