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Il contratto di coltivazione conto terzi è quella tipologia contrattuale con cui un imprenditore agricolo si impegna a coltivare le piante di titolarità di un diverso imprenditore, sia esso agricolo o commerciale, a cui le riconsegna una volta raggiunto lo stadio di crescita convenuto.
Può capitare che il coltivatore, durante l’attività di coltivazione per conto terzi, faccia la scoperta di una nuova tipologia di vegetale protetta dal Codice della proprietà industriale, così che occorre comprendere come lo stesso si debba comportare al riguardo.
Occorre premettere che ormai i vegetali vengono impiegati nei settori più disparati, dai prodotti alimentari, a quelli per la cura del corpo, dall’abbigliamento alle biotecnologie. Per tale motivo, quindi, è nata l’esigenza di tutelare i diritti di proprietà industriale delle nuove varietà vegetali.
Con la locuzione “nuova varietà vegetale” si intende una varietà omogenea, stabile per non essere in grado di mutare le sue caratteristiche nel tempo, e diversa da quelle già esistenti. Si riferisce non solo ai vegetali e ai relativi ritrovati naturali o artificiali, ma anche al metodo di produzione o di utilizzazione.
Costituisce un esempio di nuova varietà vegetale la varietà ERMO, appartenente alla più ampia specie vegetale della Cannabis sativa ma oggetto di proprietà industriale perché, diversamente dalle altre piante di canapa, non produce cannabinoidi.
L’autore dell’invenzione, del marchio o di altro segno distintivo o della creazione di nuove varietà vegetali vanta, pertanto, un titolo di proprietà industriale (c.d. diritto di privativa industriale), che gli consente l’utilizzo esclusivo dei propri beni immateriali o materiali, salva la cessione dei relativi diritti di sfruttamento economico.
Come già sopra accennato, affinché una nuova varietà vegetale possa essere brevettata, occorre la sussistenza dei seguenti requisiti, come precisato nei siti delle Camere di Commercio[1]:
Una volta brevettata la nuova varietà vegetale, il relativo titolare ne può concedere a terzi il diritto di utilizzo. Chiunque abbia ottenuto il diritto di utilizzare varietà vegetali oggetto di privativa industriale è tenuto, tuttavia, a pagare le royalties al titolare della privativa da corrispondersi una tantum o con versamenti periodici.
Nel contratto di coltivazione per conto terzi può, pertanto, essere opportuno prevedere le conseguenze di un’ipotetica scoperta di una nuova varietà vegetale o dell’ideazione di un nuovo metodo di coltivazione da cui sia derivata la realizzazione di una nuova varietà vegetale.
[1] Si veda quanto riportato dalla Camera di Commercio di Milano, Monzabrianza, Lodi sulla propria paginahttps://www.milomb.camcom.it/deposito-nuova-varieta-vegetale.