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L’intervento del Ministero del Made in Italy (MIMIT) sostiene progetti innovativi di ricerca industriale e sviluppo sperimentale per la competitività delle piccole e medie imprese - fra cui le imprese agricole - della Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, che facciano utilizzo di tecnologie abilitanti fondamentali.
In data 2 settembre 2023 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto datato 13 luglio 2023 firmato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Il Decreto assegna 300 milioni di euro a sostegno di progetti innovativi di ricerca industriale e sviluppo sperimentale per la competitività delle piccole e medie imprese della Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, che facciano utilizzo di tecnologie abilitanti fondamentali (“Key Enabling Technologies” o “KETs”).
In particolare, l’obiettivo delle misure è quello di “sostenere la valorizzazione economica dell’innovazione attraverso la sperimentazione e l’adozione di soluzioni innovative e tecnologicamente avanzate e di accelerare, al contempo, la ricerca collaborativa e il processo di scoperta dinamica e imprenditoriale di nuovi domini di specializzazione” (art. 2 del Decreto).
Fra i soggetti ammessi, ritroviamo anche le imprese agricole che potranno agire, come si dirà meglio nel seguito, come soggetti co-proponenti di un progetto congiunto.
Come si legge nel Comunicato stampa del 7 agosto 2023, il termine di apertura e le modalità per la presentazione delle domande di agevolazione saranno definite dal Ministero con successivi provvedimenti.
I progetti ammissibili alle agevolazioni devono prevedere la realizzazione di attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale, finalizzate alla realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi o al notevole miglioramento di prodotti, processi o servizi esistenti.
Tali progetti devono essere realizzati mediante lo sviluppo delle tecnologie abilitanti fondamentali, ovvero quelle riportate nell’Allegato 1 al Decreto:
Ai fini dell’ammissibilità alle agevolazioni, tali progetti devono essere realizzati dai soggetti individuati dal Decreto, nell'ambito di una o più delle proprie unità locali ubicate nei territori delle Regioni meno sviluppate, ovvero - come definite dalla norma stessa - Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia;
Inoltre, i progetti devono prevedere spese e costi ammissibili non inferiori ad euro 1.000.000,00 e non superiori ad euro 5.000.000,00 e, comunque, per le imprese, non superiori al 60% della media del fatturato relativo agli ultimi due esercizi contabili del singolo soggetto proponente.
Per quanto concerne l’avviamento dei progetti, essi devono essere avviati successivamente alla presentazione della domanda di agevolazioni e, comunque, pena la revoca, non oltre tre mesi dalla data di emanazione del decreto di concessione. La durata dovrà essere non inferiore a diciotto mesi e non superiore a trentasei mesi. Su richiesta motivata del soggetto beneficiario, il Ministero potrà concedere una proroga del termine di ultimazione del progetto non superiore a dodici mesi.
L’intervento è rivolto ai seguenti soggetti (art. 3 del Decreto):
Tali soggetti devono realizzare i progetti di ricerca e sviluppo in forma collaborativa. A tal fine, i progetti sono ammissibili se realizzati, in alternativa, secondo una di queste modalità:
Alla luce dell’art. 5 del Decreto, sono ammissibili alle agevolazioni le spese e i costi relativi a:
Le agevolazioni sono concesse alle imprese beneficiarie nelle seguenti forme, in concorso tra loro:
[1] Ai sensi dell’art. 3 del Decreto, il contratto di rete o le altre forme contrattuali di collaborazione devono configurare una concreta collaborazione che sia stabile e coerente rispetto all’articolazione delle attività, espressamente finalizzata alla realizzazione del progetto proposto. In particolare, il contratto deve prevedere: (i) la suddivisione delle competenze, dei costi e delle spese a carico di ciascun partecipante; (ii) la definizione degli aspetti relativi alla proprietà, all'utilizzo e alla diffusione dei risultati del progetto di ricerca e sviluppo; (iii) l'individuazione dell'impresa capofila, che agisce in veste di mandataria dei partecipanti, attraverso il conferimento da parte dei medesimi, con atto pubblico o scrittura privata autenticata, di un mandato collettivo con rappresentanza per tutti i rapporti con il Ministero.