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Con l'entrata in vigore del Decreto Legislativo 24/2023, l'Italia ha rafforzato la sua disciplina sul whistleblowing, un concetto relativamente nuovo che ha guadagnato importanza nel panorama aziendale e giuridico italiano.
Prima di entrare nei dettagli delle azioni richieste alle aziende per conformarsi a questa nuova normativa, è fondamentale comprendere appieno il significato di whistleblowing e whistleblower e il loro contesto nella società italiana.
I termini whistleblowing e whistleblower sono neologismi introdotti nella lingua italiana relativamente di recente, nel 2015 e nel 2018 rispettivamente. Questo dimostra quanto sia stato poco diffuso e compreso il concetto, soprattutto nel settore privato.
Il termine whistleblowing, derivato dall'inglese, ha origine nella locuzione “to blow the whistle” (soffiare nel fischietto). Esso è definito come la denuncia, di solito anonima, di attività non etiche o illecite all'interno di un'azienda, presentata alle autorità pubbliche, ai media o a gruppi di interesse pubblico da parte di un dipendente.
In modo analogo, il termine whistleblower è descritto come un “allertatore civico” o un “segnalante” - una persona che, dopo aver scoperto irregolarità o comportamenti illegali all'interno di un'organizzazione pubblica o privata, decide di segnalarli per dovere civico.
Prima dell'introduzione del Decreto Legislativo 24/2023, la disciplina del whistleblowing era presente solo nel settore pubblico, grazie alla modifica del Decreto Legislativo 165/2001 da parte della Legge 190/2012, che ha introdotto l'articolo 54-bis intitolato “Tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti”.
Tuttavia, questa disposizione è stata poi sostituita dalla Legge 179/2017, che ha ampliato il campo di applicazione del whistleblowing al settore privato, ma solo per le aziende dotate di un Modello di Organizzazione e di Gestione in conformità con il Decreto Legislativo 231/2001.
A partire dal 14 luglio 2023, l'articolo 54-bis è stato abrogato, e il Decreto Legislativo 24/2023 è diventato la normativa di riferimento per il whistleblowing, coprendo l'intera disciplina dei canali di segnalazione e delle tutele per i segnalanti sia nel settore pubblico che privato.
Le nuove disposizioni del Decreto Legislativo 24/2023 derivano dall'attuazione della Direttiva (UE) 2019/1937 relativa alla protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell'Unione e delle disposizioni nazionali. Queste disposizioni sono entrate in vigore il 30 marzo 2023.
L'applicazione di queste nuove disposizioni è differenziata in base al numero di dipendenti nell'azienda. Le aziende con 250 o più dipendenti, sia nel settore pubblico che privato, sono soggette alle nuove normative dal 15 luglio 2023. D’altra parte, per le aziende private con un numero di dipendenti compreso tra 50 e 249, l'applicazione diventa obbligatoria a partire dal 17 dicembre 2023.
Per garantire il corretto funzionamento del sistema di segnalazione, l'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha emesso Linee Guida a luglio 2023, fornendo istruzioni dettagliate per le aziende e i soggetti interessati (vedi anche nostra circolare n. 759/2023 “Whistleblowing: dal 17 dicembre scatta l’obbligo di adeguarsi anche per le imprese con almeno 50 dipendenti”).