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La sicurezza sul lavoro è tema caldo nel dibattito politico, che si è riacceso in vista dei referendum dell’8 e 9 giugno prossimi.
L’agricoltura è uno dei settori che si rivelano più critici nel panorama nazionale: se il quinquennio 2019 – 2023 aveva visto un calo delle denunce da infortunio (dati consolidati INAIL[1]), il recente rapporto CNEL per il 2024 vede un rialzo del dato delle morti sul lavoro rispetto al 2023 (+ 4,2%).
La fotografia INAIL del quinquennio 2019 – 2023 ci racconta di un settore agricolo, almeno per quanto riguarda il lavoro non sommerso, complessivamente meno pericoloso: con denunce di infortunio in calo del 19,7% (da 33.070 del 2019 ai 26.546 del 2023) con un calo anche degli incidenti mortali: da 171 a 138 (-19,3%), raggiungendo il minimo del quinquennio proprio nel 2023.
Il dato parziale 2024 raccontato dal CNEL racconta di un preoccupante aumento degli infortuni sul lavoro: dai 1.029 del 2023 ai 1.077 del 2024.
Se per i comparti industria e servizi i dati degli infortuni mortali sono gonfiati da quelli in itinere, cioè da incidenti non sul luogo di lavoro ma nel trasferimento casa – lavoro – casa, casistica che arriva a toccare il 30% delle morti bianche.
Tale dato in agricoltura appare non incidere: gli incidenti mortali avvengono sui campi, solo in via residuale (6%) si verificano in itinere.
Il settore agricolo si segnala come un settore a maggior rischio di infortuni sul lavoro.
Un primo fattore di rischio è l’età degli infortunati: in industria l’età media è di 43 anni, in agricoltura di 49 con una forte componente di lavoratori over 64, che rappresentano il 14% degli infortunati e addirittura il 40% dei deceduti. Questo è indice di una forte componente di lavoratori autonomi che operano direttamente in azienda anche dopo aver maturato l’età pensionabile.
Un secondo fattore di rischio è l’utilizzo dei mezzi agricoli: che sono macchine complesse, che necessitano di particolari attenzioni. Ad esempio, in Italia circolano ancora oltre 670mila trattori privi di rollbar e più di 1,2 milioni senza cinture (che spesso non vengono indossate) secondo i dati elaborati da Federacma.
Oggi il mercato dei nuovi mezzi agricoli è fermo, perché troppe aziende non riescono ad affrontare l’investimento.
Per promuovere la sicurezza del lavoro agricolo, l’Inail ha destinato una parte del Bando ISI proprio all’ammodernamento del parco macchine agricolo, finanziando l’acquisto di trattori e attrezzature dotate di tutti i dispositivi di sicurezza richiesti.
I fondi del Bando ISI Inail dovrebbero crescere per effetto dell’intervento del Governo annunciato la settimana scorsa: la dotazione complessiva salirà a 1 miliardo e 200 milioni di euro di cui una quota specifica destinata al mondo agricolo. Al momento non sono noti i dettagli di come saranno messi a disposizione i finanziamenti annunciati
Ulteriori interventi saranno dedicati alla formazione dei lavoratori in tema di sicurezza sul lavoro.
Il problema sarà, come sempre, trasformare i fondi messi a disposizione sulla carta in interventi reali sul terreno.
[1] Andamento degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali.