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Il Comune richiede IMU (con aliquota piena "casa a disposizione") di un immobile abitativo (non strumentale) rurale ai sensi art.9 comma 3 DL 557/1993 lettera a) 5) e a-bis), di proprietà di S.a.s. agricola IAP, che è utilizzato come Abitazione (con residenza e dimora anche del nucleo familiare) dal socio accomandatario IAP della S.a.s. proprietaria.
Si può richiedere al Comune l'applicazione delle agevolazioni previste ai fini Imu per le abitazioni (quindi esenzione dal 2013) in virtù del D.Lgs 228/2001, art.9, che riconosce ai soci delle società di persone i diritti e le agevolazioni tributarie stabiliti dalla normativa vigente a favore delle persone fisiche IAP?
È possibile far prevalere la normativa specifica del settore agricolo perché l'immobile è rurale?
In quanto è vero che l'immobile non risulta di proprietà del soggetto utilizzatore e per questo il Comune contesta che possa essere considerato come "abitazione principale" del socio utilizzatore (manca il titolo di possesso, non ne è proprietario, anche se ne è possessore indiretto almeno di una quota come socio della S.a.s.), ma un socio IAP che svolge attività agricola in forma societaria, ai sensi del d.lgs 228/2001 dovrebbe beneficiare delle stesse agevolazioni che avrebbe se svolgesse la stessa attività come imprenditore individuale;
Inoltre nella Circolare 3/DF del 2012 Par.7.3 Fabbricati Rurali è riportato “i fabbricati rurali ad uso abitativo, purché non strumentali, sono assoggettati ad imposizione secondo le regole ordinarie. Per cui qualora gli stessi siano adibiti ad abitazione principale si applicano le relative agevolazioni”.