Con il contratto di soccida il soccidante ed il soccidario si associano per l’allevamento di un certo numero di animali al fine di dividerne gli accrescimenti e le utilità che ne derivano. Tale contratto, le cui origini sono radicate nel nostro sistema, ha mutato nel tempo le proprie finalità. Pur permanendo il carattere associativo, oggi tale contratto, tra gli obiettivi principali ha quello di garantire precisi standard produttivi e igienico-sanitari, assicurando l’accesso alle misure di sostegno e, soprattutto, facilita all’allevatore uno sbocco sul mercato.

Da qualche tempo questa forma contrattuale è particolarmente attenzionata da parte dell’Amministrazione Finanziaria. Dai controlli sono emerse criticità sugli accordi in essere. Anche la giurisprudenza ha avuto modo di offrire importanti chiarimenti sulla corretta applicazione di questi contratti e sugli aspetti fiscali che si riflettono sulle parti interessate.

ARGOMENTI

• Illustrazione delle caratteristiche peculiari del contratto di soccida
• Soccida monetizzata o ripartizione in natura. Le differenze e le conseguenze sul piano fiscale-tributario
• A cosa bisogna fare attenzione
• Come prevenire il rischio di riqualificazione del contratto di soccida e quali sono le conseguenze che ne derivano